L’edicola di via Dante da Castiglione (umanista e teologo, nulla a che vedere con l’Alighieri) era l’edicola più vicina a casa. Non si poteva non vederla, posta com’era all’angolo con la trafficata via Senese.
L’edicola dei fumetti, di Topolino, del quotidiano, delle riviste di musica ordinate apposta. L’edicola dove si sbirciavano le civette passando col bus o col motorino, e c’era sempre quella della Nazione con la Fiorentina in bella mostra se aveva vinto.
Passata di mano almeno quattro volte, ma sempre muta testimone dello scorrere di cose e persone, lì davanti, con i suo fastello policromatico di riviste le più diverse, appena appena ordinate per generi se sapevi cogliere come un giocatore di shangai le sottili differenze.
Adesso l’edicola ha chiuso: ne è rimasta solo l’ombra su un muro nascosto per almeno cinquant’anni, come se l’avesse portata via un’esplosione nucleare. Sono in crisi, le edicole, e la memoria individuale parimenti.
di Riccardo Ventrella