“Nel mondo del fashion tutto vale”.

In realtà credo che questa affermazione ci sia sfuggita di mano.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’escalation di cattivo gusto, di abiti eccessivi, improbabili, scarpe dalla foggia animalesca con pelo muflonico che esce dal calcagno. Sono lontani i tempi delle sfilate dove assistevamo al buon gusto e all’armonia, ma del resto forse tutto questo accavallarsi di idee mostruose più che innovative, è lo specchio di tempi confusi e disastrosi.

Ecco dunque che durante l’ultima settimana della Moda, abbiamo assistito all’esaltazione dell’eccentricità, del motto “purché se ne parli”, dell’assenza di genio e idee in favore di improbabili collezioni. A sfilare per Gucci modelli e modelle che, al posto di accessori, portavano allegramente sotto il braccio la riproduzione in plastilina delle proprie teste: più che innovativo colpo di teatro, lo definirei macabra scelta per far parlare di sé.

 

Altra caratteristica della realtà da passerella è il ripescaggio di tendenze morte e sepolte come il marsupio, oggetto fortunatamente ripudiato dalle masse dopo gli anni ’80 e che adesso ci costerà lo stipendio di un mese.

Questo è uno degli effetti della moda: riuscire ad inculcare in noi povere sciocche, che quel tale oggetto o vestito ci è strettamente necessario nonostante sia orribile. Capita infatti, da un paio di stagioni, di vedere in pieno inverno donne vestite con cappotto, sciarpa, cappello e ai piedi sandali con il pelo.

Credo che a tutto ci sia un limite. Il limite di rendersi conto che certi stilemi o status symbol non sono da seguire se non per andare ad una festa in maschera e che se oggetti o forme vengono inspiegabilmente ripescati dal dimenticatoio sarebbe meglio lasciarli dove sono.

Pensare con la propria testa non è mai una cosa da sottovalutare.

Con simpatia eh?!!