Il concerto di Fabri Fibra, al secolo Fabrizio Tarducci, rapper di origine adriatica non più giovanissimo, è un evento che ha catalizzato non solo una serata fiorentina di ottobre ma anche le rivendite di biglietti online (chi va più a comprare i biglietti con i contanti?). Perché? Risposta complessa.

Per capirci qualcosa bastava essere presenti, e ci siamo riusciti.

Pubblico non eterogeneo, proprio il più disparato. Padri, figli, minorenni, over 50 solitari, polizia, carabinieri, pompieri: insomma all’ Obihall non mancava proprio nessuno.

Lo spettacolo è tendenzialmente assurdo, visto che il palco è un’enorme visual dove l’unico a muoversi è proprio Fibra, che non sta effettivamente fermo due secondi. Non esiste band, ma solo un dj (Dj Double S), che riesce ad interagire bene con il Tarducci, che a sua volta trova nel pubblico la propria band.

Parla, spiega, canta. Va tutto bene.

La partenza prodigiosa della serata vede “Fenomeno”, brano che dà il titolo al Tour. Entusiasmo alle stelle, come alle stelle sono rivolte le migliaia di smartphone in un sodalizio unico che oramai è immancabile agli eventi musicali. Fibra parte quasi imbarazzato, ma si scioglie dopo poco, e trascina il variopinto pubblico lungo un percorso che affronta i brani dell’ultimo disco quali “Money for dope” e “Cronico” ma pesca anche dalla sua ultradecennale carriera.

Il groove è perfetto, godibilissimo, acustica degna dei bassi sparati dalle massicce basi: arrivano i classici ed il delirio dietro l’angolo si palesa in maniera forte su “Bugiardo” e “Vip in trip”, autentico cavallo di battaglia. Prima del finale a base di “Pamplona”, sul quale esplode l’Obihall, è il momento di “In Italia” e “E la pula bussò”, durante il quale Fibra coinvolge in esibizioni quasi danzerecce i giovani presenti. Potenza, liriche intense e taglienti molto più di quelle che in un singolo ascolto distratto si riesce a percepire e presenza importante sul palco: questo è il rapper di Senigallia. Riuscire a tenere un palco da solo, riuscire a instaurare un dialogo diretto con il pubblico, riuscire a rendere felici ed essere visibilmente felici. Tutto questo l’ha fatto da solo, criticandosi nelle canzoni, lasciando una sorta di disagio nei testi ma di estremo coinvolgimento.

Fibra vale molto più di quello che molti pensano. “Truzzo. Eh, ma avete mai visto un rapper con il look del cantante dei Belle e Sebastian? Truzzo il pubblico”. Beh, cerchiamo di ricordare di quanti truzzi, per modo di dire, era popolato un festival ad Imola qualche anno fa dove magari si esibivano i Radiohead. Insomma, sono argomentazioni flebili. Altro che Liberato, per piacere: “Fabri Fibra è tanta roba”.