Già lo scorso anno parlammo della Festa dell’Unità come spartiacque fiorentino tra l’estate e una nuova stagione. Quest’anno rimembreremo una particolare edizione, quella dell’88. Non tanto e non solo perché fu nazionale, e praticamente l’ultima targata piccì; ma per il luogo: quella desolata landa a fianco dell’autostrada, paludosa e ricca di zanzare come un’antica maremma, che per una ventina di giorni ospitò la kermesse.
Fu un safari, più che una festa, nonostante lo sfarzo dei vari ospiti. Sindaco di Firenze era Massimo Bogianckino, campava ancora Pajetta, Veltroni era responsabile dell’informazione del partito e uno dei primi salire sul palco fu un astro nascente, Piero Fassino. La Zecca stampò persino una medaglia celebrativa per immortalare l’evento. Smontati i tendoni, il terreno tornò allo stato brado per rimpiattarsi tra i grandi misteri della politica fiorentina.
di Riccardo Ventrella