Dendroaspis polylepis è il nome scientifico per indicare uno dei serpenti più velenosi del mondo. Altresì conosciuto come “Black Mamba” non è solo il nome comune di un pericoloso e veloce rettile.
Distante dai caldi territori africani dove solitamente vive, Black Mamba Tattoo è invece un regno di tatuaggi da poco aperto in Via Scialoja, a Firenze. Lo studio è frutto del lavoro di Giada – siciliana d’origine e toscana d’adozione – la quale dopo un passato umanistico, una laurea in Scienze Naturali, una specializzazione in Biologia molecolare e cellulare, decide di intraprendere la carriera di tatuatrice. La correlazione? Nessuna.
“È difficile dire come nasce qualcosa: si tratta di un lungo percorso fatto di circostanze, eventi e scelte. Il primo tatuaggio lo feci a 18 anni. Sempre più affascinata e curiosa, comprai un kit su internet e cominciai a tatuare qualsiasi superficie che avesse una consistenza tatuabile: dalle arance alle patate fino alle mele, passai dalla sperimentazione ortofrutticola a quella animale, comprando la pelle di maiale in macelleria”.
Il serpente sintetizza simbolicamente anche il logo dello studio. Geometrico e carico di nero ma comunque dinamico, richiama a tratti l’elica del Dna, un po’ l’arte di Escher e omaggia da lontano la Trinacria. Io ci vedo la determinazione di chi sa cambiare pelle, adattandosi sinuosamente al mondo, proprio come fanno i serpenti.