Il cinema Odeon ha ospitato gli scorsi giorni, per la sua seconda edizione, il Brasil Seleção de Cinema. Film d’apertura della rassegna il lungometraggio Trinta, del regista Paulo Machline.
La pellicola del 2014, presentata al Cinema Brazil Grand Prize del 2015, ha vinto i premi per i migliori costumi e la migliore colonna sonora originale.
La storia riporta la biografia di Joãosinho Trinta, una delle figure più controverse e ammirate del carnevale di Rio de Janeiro. Tutto ha inizio nel 1974 quando Fernando Pamplona (Paulo Tiefenthaler) è licenziato dalla scuola di samba e Trinta (Matheus Nachtergaele), assistente di Pamplona, accetta di preparare il carnevale a tempo di record.
Il regista non è al suo primo lavoro relativo a un personaggio famoso: si era infatti già addentrato nel genere biopic attraverso il mondo del calcio con la figura di Pelè. Non accontentandosi rivolge la sua attenzione a un altro fuori classe, ma non dello sport. Decide così di prendere come tema una delle più importanti manifestazioni culturali come il carnevale: Rio de Janeiro sta al carnevale come il carnevale sta a Joãosinho Trinta.
Paulo Machline comincia il suo progetto nel 2002 e avvia una dettagliata documentazione su questo personaggio. Il regista, nel 2009, esce con il documentario Araça síntese de Joãosinho Trinta, sul direttore artistico di sfilate che rivoluzionò l’estetica del carnevale. Trinta nasce e finisce come documentario e ciò che sta nel mezzo (il film) è a metà strada fra una biografia e un bella storia romanzata. La pellicola, infatti, pare voler accontentare le aspettative del pubblico puntando su comicità, ironia ed emozioni, abbandonando quasi al caso lo svilupparsi della psicologia dei personaggi. Questi ultimi, e lo stesso montaggio, mutano a una velocità straordinaria e così come avviene nel carnevale, tutto è dinamico e frenetico da perderne le sfumature.
La pellicola, caratterizzata da un look visivo old fashioned sui toni desaturati del seppia, vuole mostrare come Trinta, un piccolo uomo alto appena un metro e mezzo, probabilmente omosessuale, ma incredibilmente avanti culturalmente, sia giunto a essere il famoso allegorista di sfilate. Questo film diventa quindi un vero e proprio viaggio a tappe, scandite ognuna da varie didascalie, a cui step by step corrisponde una maggiore maturazione artistica del protagonista.
A eccezione della sfilata finale, la storia è basata su un personaggio perennemente “fuori posto”: fin dagli esordi nel balletto classico che lo vedono relegato in ruoli di backline, alla vita sociale che lo etichetta come “frocio”, per arrivare fino alla scuola di samba. Il filo conduttore del film è affidato alla straordinaria colonna sonora, ora europea ora brasiliana, che restituisce la duplicità culturale del protagonista, profondamente intrisa sia dell’una che dell’altra.
La pellicola è un interessantissimo viaggio biografico ma soprattutto un excursus nel mondo del carnevale e delle scuole di samba. A chi vuole saperne di più su questo piccolo ma geniale Joãosinho Trinta (rimasto famoso per la frase: “alla gente piace il lusso, solo agli intellettuali piace la povertà”), a chi vuole scoprire questo mondo colorato ma estremamente competitivo e a chi vuole addentrarsi in una cultura dove convivono leggende, mule acefale, tori, luccichii e regine di Francia, non resta altro che sedersi, o ballare a ritmo di samba e godersi… Trinta.