Era il 1980, e l’orgoglio fiorentino non aveva molti motivi per garrire al vento. Gli anni Ottanta, i leggendari e mitologici Ottanta a Firenze erano alla loro vigilia, così come era da intuirsi la Fiorentina spettacolare di Picchio De Sisti che lambì lo scudetto. Ci pensò quindi un ragazzo di Ponticino, frazione di Laterina, a dire quanto erano belli non già Palazzo Vecchio e il Duomo, ma la stazione di Santa Maria Novella.

Che allora era aperta tutta notte, e oltre a prendere l’espresso per Calalzo o Villa San Giovanni ci si poteva incontrare la signora senza suo marito che se la guardi bene è solo un travestito. In assenza di fast e street food la colazione era con i bomboloni, e Antognoni un dogma mai più eguagliato. Ci sono ancora i barboni con le scarpe rotte, i pendolari la mattina e probabilmente anche quelli che vanno (con il Frecciarossa) giurandosi un ritorno. Una cosa più delle altre rimane vera, che a Firenze sulla mia parola non vedi niente in una volta sola. Buon viaggio.

 

 di Leandro Ferretti