di tommaso chimenti

Fiesole guarda Firenze. La scruta, la copre, a volte le fa l’occhiolino. Fiesole che la domina, che c’era da prima. Fiesole etrusca. L’Estate Fiesolana è un punto di qualità alto all’interno del panorama culturale nazionale. Il Festival estivo più antico d’Italia, nato nel 1911. Un secolo di musica, teatro, poi venne il cinema. Per l’ultima annata del sindaco Fabio Incatasciato, che dopo due mandati lascia per causa di forza maggiore, nomi e fuochi d’artificio. Una grande carrellata, soprattutto all’interno del magnifico scenario del Teatro Romano, dove si susseguono e si danno il cambio pezzi da novanta.
Dal 2 giugno, festa della Repubblica, al 31 luglio, con il rompete le righe per l’agosto vacanziero. Progetti interessanti, performance uniche, idee tutte da testare, provare, assaggiare, commistioni, contaminazioni da sostenere. Nel nostro percorso scelto partiamo con Niccolò Fabi, cantautore mai banale, che il 21 giugno si lancia nell’impresa di portare sul palco quel “White album” dei Beatles che mai nessuno ha reso live. Il vintage, il classico, l’eterno che incontra l’oggi, l’attuale. A pochi giorni di distanza ecco la reunion dei C.S.I., ovviamente senza Giovanni Lindo Ferretti ormai sulla via di Damasco pentitosi del suo prima “comunista” e adesso orgoglioso del suo status di religioso laico.
Il 28 giugno la band di Gianni Maroccolo, Massimo Zamboni e Francesco Magnelli musicheranno la pellicola del ‘25 “Il fantasma dell’Opera” attraverso le evocative e strazianti ballate del loro “Ko de mondo”, ancora cult. Max Gazzè, vincitore morale dell’ultimo Festival di Sanremo con la ritmata “Sotto casa” il 2 luglio apre il mese del “col bene che ti voglio”, mentre il 3 altro circoletto rosso per appassionati: “Memorie di Adriano”, niente a che vedere con l’Imperatore romano o la Marguerite Yourcenair. Peppe Servillo rende omaggio a Celentano con le sue canzoni come sottofondo e fondale.
Altro gigante ricordato in questa edizione dell’Estate Fiesolana, tra le più convincenti degli ultimi anni, è l’operazione che lega il nome di Carmelo Bene (la sua voce sarà viva in audio) a Byron e Schumann (4 e 5): senza tempo. Per la musica ancora Ginevra Di Marco, il 9, con l’Orchestra di Piazza di Vittorio, o lo chic in bianco e nero di Stefano Bollani con Irene Grandi (il 19) per un remake caldo e pasionario di jazz, italiano ed internazionale, d’autore. Per il teatro torna per la terza volta il grande Marco Paolini (“Vajont”, “Ustica”) qui con “Song 14” (il 5) maestro di parole in questo caso accompagnato dalle corde del front man dei Mercanti di liquore.
Da segnalare anche l’apertura al teatro di nuova drammaturgia con l’aver affidato la direzione artistica del Festival “Alchimie” (all’interno del grande contenitore dell’Estate Fiesolana) al giovane regista, ma con le idee chiarissime, Marco Di Costanzo del Teatro dell’Elce, che ha costruito un palinsesto (dal 9 al 12) nel quale spiccano i ravennati del Teatro delle Albe, la friulana Marta Cuscunà ed i milanesi dell’ATIR con progetti che uniscono il teatro con la vita, la quotidianità, l’umanità, la socialità.