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Dall’Inferno al Purgatorio: Passeggiata per le strade del quartiere di Santa Maria Novella (parte I)

Mentre camminiamo per le strade di Firenze capita spesso di imbatterci in vie che hanno nomi insoliti. Dopo gli articoli dedicati alle strade dell’Oltrarno (li trovate qui: Passeggiata 1 e Passeggiata 2), ci spostiamo sulla riva “elegante” della città.

Via del Purgatorio

Nel quartiere di Santa Maria Novella, a due passi da via Tornabuoni, strada del lusso per eccellenza con le sue brillanti boutique, c’è una vera e propria concentrazione di vie caratteristiche. Via dell’Inferno, via del Purgatorio e piazza del Limbo; una triade ultraterrena che potrebbe far pensare subito alla Divina Commedia di Dante, ma non è così…

Via dell’Inferno è una stretta viuzza che con tutta probabilità prende il nome dall’insegna di una vecchia osteria, raffigurante forse un diavolo. In questa strada ha abitato – e non poteva essere altrimenti – fino alla sua morte Carlo Monni (1943-2013), grande attore toscano e campione della comicità più salace. Anche via del Purgatorio trarrebbe la sua denominazione dalle stesse motivazioni “enogastronomiche” (l’insegna di una locanda), mentre il nome di piazza del Limbo fa riferimento a un aspetto assai meno allegro. Di fronte all’antica chiesa romanica dei SS. Apostoli nel Medioevo venivano sepolte le persone morte senza battesimo, in particolare i bambini. Queste anime – ce lo racconta anche Dante – sono destinate al Limbo, quella zona intermedia fra l’inferno e il mondo dei vivi.

Fra gli angoli più interessanti della città vi segnalo il trivio dove si incrociano via della Spada, via del Sole e via delle Belle Donne. Via della Spada ancora una volta deve il suo nome a un’insegna, non sappiano se di una bettola o di una locanda. Via del Sole rimanda all’insegna del quartiere di Santa Maria Novella, il sole appunto. Infine via delle Belle Donne – nome assunto nell’Ottocento – ricorda, ma non è un dato storicamente certo, la presenza di una casa di tolleranza molto frequentata. All’incrocio delle tre strade si trova il grande tabernacolo trecentesco di San Sisto Papa e di fronte una delle buchette del vino più belle fra quelle ancora esistenti, con tanto di iscrizione con gli orari di vendita. Oggi, il giorno in cui scrivo, è lunedì, fa freddo e piove. Stasera, tornato a casa, spero di riscaldarmi con un bicchiere di vino schietto e genuino che m’immaginerò di aver preso al fiasco da una di queste magiche finestrelle tutte fiorentine.

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