Cosa succede quando le storie, le visioni e le soluzioni di chi viaggia si intrecciano? Nasce “Arti Migranti”, il progetto di crafting e integrazione sociale di Lofoio Makerspace, che dalle periferie alle scuole, sta dimostrando che l’inventiva non ha confini né età.
Nell’estate del 2025, i Centri Giovani della Città Metropolitana di Firenze sono diventati laboratori di “disobbedienza tecnologica”. Guidati dagli architetti e maker Antonio Herrada Cardoso e Francesca Lupo, i partecipanti si sono cimentati nel rikimbili: l’arte povera di costruire attrezzature e arredi utili con oggetti abbandonati trovati sul posto.
Un vero e proprio esercizio di problem-solving che dimostra come per ricombinare l’interrotto servano meno risorse materiali, ma molta maestria.
Con la riapertura delle scuole, l’esperta di design Giulia Ciuoli (in arte Pamphile) ha preso il testimone, guidando tutti nell’antica arte della tessitura a cornice. L’obiettivo? Esplorare nodi e pattern provenienti da culture e popoli diversi, utilizzando telai ricavati da legno di risulta, lavorato a mano o con macchine CNC. Senza l’obbligo di un risultato perfetto, ma con l’inventiva e i materiali di recupero come unici strumenti.
Oltre la creatività, l’intento del progetto, sostenuto da Fondazione Carlo Marchi, è creare occasioni pratiche per superare gli schemi consueti, come la distinzione tra insegnante e discente o autoctono e straniero. E la realtà ha superato ogni aspettativa: “dalla platea dei giovani partecipanti è emerso Ibrahim, un migrante della Costa D’Avorio in attesa di asilo, che ha scoperto e intrapreso un percorso di avvicinamento al lavoro di falegname”, ci dicono i maker. Un laboratorio divertente e leggero, ma utile, quindi, a valorizzare competenze spendibili nel mondo del lavoro.
Curiosi di vedere i risultati? Gli oggetti prodotti sono in mostra per tutto il mese di dicembre al Centro Giovani Officina Multimediale Galileo (o Gali), in zona Novoli, Viale Guidoni. E per chi si fosse perso la festa del 28 novembre, con merenda e prova pratica di tessitura e rikimbili, foto e racconti sono in arrivo sulla pagina web del progetto.
“Arti Migranti” può essere attivato in tutte le scuole e i centri giovani scrivendo a Lofoio Makerspace: ancheio@lofo.io