Quello di Teresa Bucca è un racconto che esplora la permanenza della magia nelle regioni del sud Italia. Non è un tentativo di indagine documentaria; al contrario, il progetto nasce dalla necessità «di dare forma e significato a ciò che non può essere spiegato». Dopo uno studio preliminare degli scritti del noto antropologo Ernesto de Martino, Teresa comincia il suo viaggio nel Meridione, in quella fetta di cultura che ancora si nutre di rituali attingendo dalla tradizione sia cristiana sia pagana, per coglierne suggestioni e trarne riflessioni.
Affascinata dal mistero, ricerca le permanenze di una dimensione arcaica, fatta di credenze popolari, superstizioni, miti che ancora oggi resistono in un improbabile intreccio tra la dimensione spirituale, sacra e profana, e il bisogno implacabile di razionalità tipico della nostra epoca. È proprio nel moderno spopolamento di queste regioni – racconta l’autrice – che queste tradizioni continuano a trovare un terreno fertile, quasi come rappresentassero un rifugio: «I rituali emergono spesso come risposte al disordine, […] nel loro dialogo col caos, queste pratiche non cercano di negarlo: ne riconoscono il potere generativo, celebrano il mistero e la creazione e accolgono domande sul mondo».
Le permanenze evocate da queste fotografie sono lì in quel frapporsi, tra la realtà e il medium, di fasci di luce che fissano l’attimo, di superfici la cui trasparenza non impedisce di percepirne la presenza, di sfocati in primo piano che, come filtri, permettono una visione parziale ma mirata di oggetti e luoghi. Ci muoviamo tra atmosfere sospese e suggestioni pittoriche cariche di significati.
Teresa Bucca nasce a Firenze nel 1994 e oggi vive a Milano. Si diploma nel 2018 presso la Fondazione Studio Marangoni e nel 2023 si laurea in regia cinematografica presso la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti. Attualmente lavora come fotografa e collabora con diversi autori come sceneggiatrice e acting coach. Partecipa a residenze, mostre collettive, produzioni cinematografiche e prende parte a progetti artistici e educativi di cooperative e ONG. Queste immagini, assieme ad un’altra selezione sempre dal progetto Cosa c’è di vivo, troveranno sede temporanea negli spazi di Marameo dall’11 dicembre all’11 gennaio. In sintonia con la vocazione di Marameo e nel suo silenzio sospeso, la mostra invita a un’immersione nella dimensione del mistero come traccia viva nel quotidiano. In questo intreccio di mito, memoria e percezione, il magico emerge come forma di conoscenza e memoria collettiva.
@teresabucca
Crediti fotografici: Teresa Bucca