A Firenze l’arte contemporanea trova spesso casa in luoghi che portano con sé una storia complessa. Alle Murate, dove un tempo c’erano celle e silenzi forzati, oggi si aprono invece riflessioni sul mondo che verrà. Atlas of the New World, il nuovo progetto fotografico di Edoardo Delille e Giulia Piermartiri, trasforma il MAD Murate Art District in un osservatorio sul futuro, senza catastrofismi ma con una chiarezza che non lascia indifferenti.
La mostra, curata da Valentina Gensini e visibile dal 4 dicembre 2025 all’8 febbraio 2026, porta a Firenze l’opera più completa dei due artisti: un atlante che non raccoglie mappe, ma scenari. È un invito a fermarsi davanti alle immagini e chiedersi cosa succederà ai luoghi che conosciamo – e a quelli che crediamo lontani – se continuiamo a ignorare ciò che scienza e natura ci stanno già mostrando.

Un percorso immersivo tra presente e trasformazione
Entrando nella sala Wanda Pasquini, si viene accolti da sei monitor che scorrono lentamente, uno per ogni capitolo del progetto. Ogni schermo alterna dodici fotografie ai grafici utilizzati dai climatologi: non un commento, ma un contrappunto visivo che spiega da dove nascono quei futuri immaginati. Un soundscape discreto accompagna lo sguardo, riempiendo la sala senza dominarla.
Le immagini portano in viaggio tra luoghi segnati da trasformazioni già in atto: le Maldive che si abbassano davanti all’innalzamento dei mari, la California vista attraverso la lente degli incendi, il Monte Bianco che cambia profilo anno dopo anno. E poi il Mozambico colpito dalla siccità, le alluvioni in Cina, la Siberia che brucia. Paesaggi diversi, uniti dalla stessa domanda: come appariranno a fine secolo?
La fotografia come gesto doppio
L’aspetto più sorprendente del progetto non è solo ciò che si vede, ma come si è arrivati a vederlo. Delille e Piermartiri hanno scelto un procedimento completamente analogico: prima individuano un’immagine del futuro possibile; poi la trasformano in diapositiva; infine la inseriscono in un flash sincronizzato con la fotocamera.
Nel momento dello scatto reale, il flash proietta il futuro sulla scena presente. La pellicola registra entrambe le immagini nello stesso istante, come un’unica verità stratificata. Chi viene fotografato non percepisce nulla — il lampo è troppo veloce— e forse è proprio questo il senso: il futuro che stiamo costruendo scivola sotto gli occhi senza che ce ne accorgiamo.
Il risultato è un linguaggio visivo nuovo, una sovrapposizione che non assomiglia alla doppia esposizione tradizionale e nemmeno alla manipolazione digitale. È una specie di “futuro rivelato”, velato ma tangibile.
Le Murate come luogo di sguardi nuovi
Portare il progetto al MAD ha un significato preciso. Negli ultimi anni il centro è diventato un punto di riferimento per l’arte contemporanea a Firenze, grazie anche al lavoro curatoriale di Valentina Gensini, che ha seguito il progetto sin dalle prime fasi: dalla residenza in Sichuan alla pubblicazione del volume edito da L’Artiere.
Accanto alla mostra, Fondazione MUS.E ha sviluppato un programma di laboratori rivolti agli studenti, pensati per affrontare il tema del cambiamento climatico in modo diretto ma non allarmistico. Un tassello importante, perché l’impatto dell’opera non rimanga confinato alle sale espositive.
Un atlante da scoprire anche su carta
Il progetto trova una sua naturale estensione nel libro Atlas of the New World, che raccoglie contributi di studiosi come Stefano Mancuso, Giulio Betti ed Elena Giacomelli. La presentazione si terrà il 15 gennaio 2026 al MAD, in collaborazione con Studio Marangoni. Un’occasione per approfondire quell’intreccio di ricerca, scienza e immaginazione che ha guidato gli artisti.
Informazioni utili
Atlas of the New World
MAD Murate Art District — Piazza delle Murate, Firenze
4 dicembre 2025 – 8 febbraio 2026
Dal martedì al sabato, 14:30 – 19:30
Ingresso libero
https://musefirenze.it/mostre/atlas-of-the-new-world-mad/
