Dal 20 novembre al 17 dicembre 2025, Firenze aggiunge un nuovo tassello alla sua stagione dedicata alla contemporaneità con Il Tempo Fluido. Che Jianquan, mostra installata nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio e prodotta da MAD Murate Art District – Fondazione MUS.E insieme a Zhong Art International, con la curatela di Valentina Gensini.
È il primo capitolo di un progetto triennale che punta a portare in città alcuni dei nomi più autorevoli della videoarte cinese, avviando un dialogo strutturato fra culture e linguaggi visivi.
L’incontro tra architettura storica e videoarte contemporanea
La Sala d’Arme, con la sua atmosfera austera e le grandi volte in pietra, diventa il contenitore ideale per accogliere il ritmo lento e meditativo delle opere di Che Jianquan, artista interdisciplinare noto per la sua presenza al Padiglione Cina della Biennale di Venezia 2024.
La scelta curatoriale valorizza la capacità dell’artista di intrecciare pittura, video, filosofia orientale e ricerca sul campo, costruendo narrazioni che non si impongono allo spettatore, ma lo invitano a un tempo diverso: più attento, più ampio, più consapevole.
La mostra presenta quattro videoinstallazioni multicanale che, pur nate in luoghi e anni differenti, condividono una stessa visione: osservare il paesaggio umano e naturale come una trama di trasformazioni continue.

Il percorso espositivo: quattro opere, quattro ritmi del tempo
Pavilion (2003–2022)
Un progetto a lungo termine in cui l’artista filma lo stesso padiglione in stagioni e orari diversi. La ripetizione diventa strumento di osservazione radicale, rivelando un paesaggio che cambia ogni volta, anche quando sembra immobile.
Meditation of Uncertainty (2021)
Girato tra le luci dei casinò di Macao, il video riflette sul senso di precarietà emerso dopo la pandemia. Le reazioni contrastanti dei due protagonisti offrono uno sguardo lucido sulle condizioni emotive e sociali della contemporaneità.
Water Scroll (2024)
Realizzato sull’isola di Kinmen, Taiwan, intreccia memoria storica e scenari naturali segnati da conflitti e tensioni geopolitiche. L’acqua diventa una superficie narrativa che unisce passato e presente, restituendo un paesaggio in equilibrio fragile.
Smoke (2022–2023)
Nel complesso dei mausolei della Dinastia Song, l’artista indaga la convivenza tra testimonianze millenarie e trasformazioni industriali recenti. Un’opera che mette in crisi l’idea di continuità, mostrando come il paesaggio culturale sia in costante ridefinizione.
Le voci attorno alla mostra
Per Giovanni Bettarini, assessore alla cultura, questa esposizione rappresenta un’occasione per arricchire Palazzo Vecchio con un punto di vista nuovo, capace di dialogare con la storia del luogo senza alterarla.
La curatrice Valentina Gensini sottolinea invece la qualità “dilatata” del tempo raccontato da Che Jianquan: un tempo che non chiede di essere consumato, ma attraversato. Coerentemente con la vocazione di MAD, la mostra include anche visite guidate in lingua cinese, pensate per avvicinare la comunità sinofona residente in Toscana.
Per Gianni Zhang, presidente di Zhong Art International, i lavori di Jianquan sono il risultato di una ricerca sul campo che attraversa paesaggi, memorie e stratificazioni culturali molto diverse, restituendole in un’unica narrazione visiva.
Un progetto che apre nuove direzioni per Firenze
Il Tempo Fluido si inserisce nel programma Toscanaincontemporanea2025 e inaugura una collaborazione di lungo periodo tra istituzioni italiane e cinesi. Grazie al coinvolgimento dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, la mostra si estende anche all’ambito educativo, con attività di mediazione rivolte a studenti, comunità locali e visitatori internazionali.
Durante la sua residenza autunnale presso MAD, Jianquan ha sviluppato ulteriormente la sua ricerca sui paesaggi in trasformazione, un tema che attraversa tutta la sua opera e che qui trova un contesto particolarmente significativo. L’esposizione riflette proprio questo: un approccio sensibile, consapevole e profondamente legato alla relazione tra luoghi, memorie e cambiamento.
Per chi è questa mostra
Il Tempo Fluido è pensata per chi frequenta Firenze con curiosità e voglia di scoperta, per chi segue la scena contemporanea e per chi ama osservare come linguaggi diversi possono dialogare con un luogo storico senza sovraccaricarlo.
Non richiede conoscenze tecniche o specialistiche: basta il desiderio di concedersi un tempo più lento e lasciarsi guidare da immagini che, pur arrivando da lontano, parlano con immediatezza al presente.
