di Lorenzo Robin Frosini
“Dar corpo ai desideri” delle esperienze che richiedono nuovi spazi cittadini
A partire dall’esperienza del LUMEN è nato un database per raccogliere le esperienze di pratiche di rigenerazione urbana in tutta Europa, una possibile pietra miliare per Firenze.
Il 18 aprile 2025 potrebbe essere una data decisiva per le sorti degli spazi pubblici dismessi a Firenze. Ci riferiamo alla conferenza stampa voluta dall’associazione di promozione sociale Icché Ci Vah Ci Vole, che si è tenuta presso le sale di Palazzo Vecchio alla presenza della sindaca Sara Funaro e di Dario Danti, l’assessore con delega al Patrimonio non abitativo e manutenzione e valorizzazione, Partecipazione e Beni comuni.
La conferenza è significativa per due motivi: il primo è l’annuncio della prossima concessione trentennale dello spazio in via del Guarlone 25, al centro del Parco del Mensola, che l’APS ICVCV ha gradualmente trasformato in LUMEN (Laboratorio Urbano MENsola) a partire dall’estate del 2021; il secondo è l’attivazione di un tavolo di co-progettazione il cui scopo è «la verifica dei bisogni delle collettività da soddisfare nell’ambito dell’individuazione di nuovi spazi cittadini che possano avere la funzione di collettore e sollecitazione per socialità e progettualità di cittadinanza attiva e enti del Terzo Settore», come si legge nella PEC inviata da Icché Ci Vah Ci Vole al Comune di Firenze a seguito della conferenza stampa. La concessione trentennale di LUMEN sarà ufficializzata nel prossimo Piano Operativo Comunale, e darà la possibilità all’APS ICVCV di godere di una stabilità che le permetta di avviare una programmazione ad ampio respiro e di sviluppare, soprattutto, una solidità tale da rendere ancora più sostenibile la propria attività.
Un’attività che ha rivitalizzato una parte di città a Firenze sud, tra Settignano e Rovezzano, trasformando uno spazio pubblico storicamente dismesso in un nuovo e vivo luogo di socialità, tirato su da l3 giovani – e rivolto a tutte le fasce di età – attraverso il collante dell’arte, della cultura, della musica, dell’intrattenimento, dello stare insieme in modo libero e accessibile; che applica la politica del salario minimo di 9€ per l3 collaboratrici che contribuiscono alla vita dello spazio e che, grazie ad una visione tra il coraggio e la follia, ha dato l’avvio ad un’effervescente direzione di co-gestione e co-programmazione nei rapporti tra pubblica amministrazione ed Enti del Terzo Settore.
A proposito di co-programmazione, è vitale che un’esperienza così competente nella riattivazione e riuso di spazi urbani come quella di LUMEN offra il suo supporto al Comune per «l’individuazione degli interventi necessari anche mediante la mappatura dei possibili spazi sul territorio comunale che consentano sia il riuso perché non utilizzati o sotto-utilizzati, che la generazione di reti civiche e di enti per lo sviluppo di progettualità condivisa», prosegue la PEC. Icché Ci Vah Ci Vole ha sancito questo momento di potenziale svolta delle politiche di gestione degli spazi pubblici dismessi grazie alla donazione simbolica di un database che raccoglie un insieme di pratiche di rigenerazione urbana in Italia, e in Europa. Un database che può essere d’insegnamento e d’ispirazione, considerato che, spulciandolo, si incontra Communa, un’organizzazione no-profit di Bruxelles che si muove intorno alla pratica delle occupazioni temporanee – si legge nel suo statuto – «per garantire che l’urbanistica temporanea sia sistematicamente messa al servizio del bene comune e per difendere strenuamente il “Diritto alla città”» (traduzione del redattore).
Icché Ci Vah Ci Vole sta tentando di contribuire a «dar corpo ai desideri» di quelle esperienze che vivono Firenze a vario titolo (si pensi a LAMA Impresa Sociale da un lato, e la rete di collettivi uniti Wish Parade dall’altro), e bramano la concretizzazione di un’apertura degli spazi della città per testare forme alternative di collaborazioni rigenerative.
foto di copertina: crediti Donato Spadola