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L’ora della luce. Il solstizio d’estate a San Miniato al Monte

By Francesca Raffagnino

June 05, 2025

Nell’Abbazia di San Miniato al Monte, allo scoccare del solstizio d’estate, un raggio di sole illumina il segno del Cancro dello zodiaco marmoreo che si dirama nel pavimento, la cui funzione astronomica e simbolica è stata riscoperta soltanto di recente dopo ottocento anni. Questo per merito dell’intuizione di Simone Bartolini, cartografo dell’Istituto Geografico Militare, che scovò un indizio all’interno del libro Del vecchio e nuovo gnomone fiorentino (1757) di Leonardo Ximenes.

Qui si narra che un tempo lo zodiaco del Battistero, nel corso del solstizio d’estate, veniva illuminato da una luce che filtrava attraverso un oculo, simile a quello del Pantheon, che si trovava nel punto in cui adesso è fissata la lanterna. «Sapendo che è più o meno coevo con lo zodiaco di San Miniato al Monte», ci dice Bartolini, «mi sono chiesto se lo stesso fenomeno si ripetesse presso la magnifica Abbazia che osserva Firenze dall’alto». Iniziarono così i primi sopralluoghi con strumenti topografici a cui seguirono calcoli del minuto esatto in cui ciò che sospettava si sarebbe potuto verificare. «A volte si vedono le cose nel loro insieme, non cogliendo il dettaglio, il particolare», aggiunge. Un particolare infatti è che il segno del Cancro dello zodiaco dell’Abbazia è simile ad un «bersaglio, perché rispetto a tutto il resto dello zodiaco è l’unico iscritto in un cerchio». Durante il solstizio del 2011 assistette così alla centratura di quel bersaglio da parte di un raggio di luce e alla prova esatta delle sue supposizioni. «Non c’era nessuna memoria storica, era qualcosa di perduto nell’oblio del tempo, ma impossibile che fosse una casualità perché troppo precisa».

Ma perché il solstizio d’estate è un momento così significativo e carico d’importanza? «Sul solstizio d’estate è stata collocata la nascita del Battista, su quello d’inverno quella di Cristo». La festa di San Giovanni è una delle più importanti a Firenze. Perciò Bartolini ipotizza che non fosse un caso che anche nel Battistero avvenisse lo stesso gioco di luci di San Miniato. «Pochi lo sanno, ma all’epoca Firenze aveva due santi patroni: San Miniato e San Giovanni Battista» e aggiunge «per dire che l’Abbazia ha un’importanza notevole, ha questo simbolismo solare fortemente legato all’aspetto religioso e alla ricorrenza del Battista». Per non parlare poi di tutto il valore divino attribuito alla luce: «La luce è un veicolo del Bene in tutte le religioni e culture del mondo perché per l’uomo rappresenta la vita e le tenebre la morte». Continua: «L’osservazione del cielo era sì un qualcosa di religioso, ma anche funzionale alla sopravvivenza». Gli astri rappresentavano delle coordinate fondamentali per sapere con certezza quando seminare o raccogliere.

Fenomeni come questo, afferma Padre Bernardo di San Miniato, permettono a questi luoghi di diventare rivelativi «di un concetto molto caro al mondo antico e soprattutto medievale, cioè quello di armonia con il cosmo» che era «un modo con cui gli antichi rileggevano la realtà per renderla meno minacciosa». Aggiunge: «Tutto questo è veramente finalizzato a un’esperienza spirituale, sapienziale, molto al di là di quello che possiamo scorgere con gli occhi. È un grande messaggio di armonia e pace fra cielo e terra, che poi è anche lo scopo di San Miniato al Monte, la porta del cielo che connette mirabilmente la nostra dimensione sulla terra con l’infinito del cielo».

 

Crediti fotografici: Mariangela Montanari