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La nuova stagione degli Amici della Musica. Intervista al direttore artistico Andrea Lucchesini

In una Firenze culturalmente sempre più viva e pulsante, gli Amici della Musica presentano una Stagione Concertistica 2025/2026 che coniuga radici e visione, tradizione e desiderio di futuro. Guidata per il quarto anno da Andrea Lucchesini, la direzione artistica punta a un ascolto condiviso, consapevole e accessibile, che sappia parlare a pubblici nuovi senza rinunciare alla qualità assoluta.

In cartellone, grandi maestri della scena internazionale – da Volodos a Yo-Yo Ma, da Maria João Pires a Sir András Schiff – convivono con giovani talenti in residenza, debutti prestigiosi, e una proposta che non teme la sperimentazione: dai percorsi tematici di Musica &… alle contaminazioni estive di Amici della Musica OFF, fino a Piccola, grande musica, ciclo dedicato ai più piccoli, e Artisti in classe, progetto di educazione all’ascolto attivo che coinvolge centinaia di studenti fiorentini. Questa pluralità di direzioni non è il frutto del caso, ma di una progettualità condivisa che ha nella figura di Lucchesini un punto fermo e nella squadra al suo fianco una forza vitale capace di tradurre la visione in presenza concreta, attenzione ai dettagli, apertura alle voci emergenti. È una stagione che abita i teatri della città e ne moltiplica i centri, attraversa linguaggi e generi, intreccia generazioni e luoghi, rinnovando la promessa di una musica viva, interrogativa, necessaria. Ne parliamo con il direttore artistico e il suo team, per scoprire da vicino il pensiero, i retroscena e l’urgenza che danno forma a questa nuova, affascinante tessitura.

Negli ultimi anni avete registrato un crescente interesse da parte del pubblico più giovane, quali strumenti, progetti o formule innovative si sono rivelati più efficaci per attrarre nuove generazioni verso la musica da camera?

È importante mantenere un filo diretto con gli attori istituzionali che si occupano di formazione musicale: conservatorio, scuole di musica, università e istituzioni scolastiche, per questo cerchiamo di creare occasioni di incontro per gli studenti, mirate a presentare i concerti in cartellone, e creiamo convenzioni appositamente per loro, come biglietti scontati per il pubblico under 18 e under 30, abbonamenti agevolati per favorire la partecipazione dei giovani ai concerti nell’ottica di costruire il pubblico del domani.

Uno dei canali per comunicare le nostre attività alle nuove generazioni è anche quello dei social network come Facebook e Instagram che curiamo e aggiorniamo regolarmente con contenuti vari: foto, video, presentazioni e interviste ai musicisti in cartellone.

Il Fortissimissimo Firenze Festival coinvolge studenti delle scuole superiori in modo attivo, persino come giuria, quali risultati concreti avete osservato grazie a questo modello partecipativo e quale impatto ha avuto sulla formazione culturale dei ragazzi?

È un festival di 11 concerti che coinvolge studenti del Liceo Classico Galileo e dell’IIS Alberti-Dante, un impegno molto intenso in forma di PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) che prevede lezioni di Storia della Musica in classe, attività pomeridiane con i musicisti ospiti e partecipazione ai concerti. Cerchiamo di stimolare i ragazzi a confrontarsi e dialogare sui loro interessi musicali e sul ruolo della musica nelle loro vite, al fine di suscitare in loro un interesse verso una musica che solitamente non frequentano. Succedono sempre cose inaspettate, alcuni si annoiano mortalmente, altri si immergono nei suoni, amano alcuni concerti e ne detestano altri, ma tutti possono costruire un proprio ascolto critico, che viene espresso anche nel loro ruolo di giurati attraverso la compilazione di schede anonime con voti e commenti sui concerti, che analizziamo accuratamente alla fine del Festival.

Arcadi Volodos – foto: Marco Borggreve

Con l’iniziativa “Artisti in classe” portate i protagonisti dei concerti tra i banchi di scuola. Cosa significa per un giovane incontrare dal vivo un artista internazionale e quali sono le reazioni che vi colpiscono di più?

Portare i musicisti a scuola, nell’ambiente abitato tutti i giorni dagli studenti, è un modo per abbattere il muro che solitamente si crea in una sala da concerto, dove pubblico e musicisti sono collocati in due spazi gerarchicamente diversi e non si incontrano mai. È stato interessante come il dialogo tra alunni e artisti a scuola – o in altri spazi fuori dal teatro dove abbiamo organizzato gli incontri – si sia spesso incentrato su problemi trasversali, come l’ansia provata prima di un concerto, il supporto della famiglia alla decisione di dedicare la propria vita alla musica, lo stress nell’affrontare costantemente viaggi e precarietà lavorativa.

Il debutto in stagione di Abel Selaocoe rappresenta una scelta artistica che supera i confini della musica classica, abbracciando jazz e world music. In che modo progetti come questo contribuiscono ad ampliare l’identità della stagione e ad avvicinare un pubblico più trasversale?

La musica classica ha una grande tradizione e per far sì che resti coinvolgente deve confrontarsi con la contemporaneità. Abel Selaocoe debutterà in stagione a novembre ed è uno straordinario violoncellista sudafricano che porta in concerto il suo background culturale, eseguendo musiche composte da lui e da altri autori contemporanei (come Ben Nobuto, classe 1996) accanto a brani di compositori radicatissimi nel repertorio tradizionale occidentale, come Johann Sebastian Bach. Per noi invitare in stagione un artista così visionario come il Quartetto d’archi Brooklyn Rider, rappresenta un segnale in questo senso: crediamo sia necessario abbattere le barriere formali che oggi non hanno più tanto senso se si vuole parlare a un nuovo pubblico.

Il ciclo Musica &… propone un dialogo tra musica e altre discipline come arte figurativa,  matematica e teatro. Cosa vi ha spinto a formulare queste proposte interdisciplinari?

È un ciclo di concerti nato dalla stagione concertistica 2022/23 con l’idea di disegnare percorsi d’ascolto originali che mettono in dialogo la musica con altre espressioni artistiche e narrazioni. L’intento è quello di esplorare l’interazione tra diverse arti ma anche quello di incuriosire e intercettare un nuovo pubblico, presentando progetti innovativi ed esperimenti di contaminazione.

La collaborazione con Palazzo Strozzi per Musica &… Beato Angelico fonde elettronica e violoncello in un progetto dal forte valore simbolico. Quanto conta, oggi, abbattere le barriere tra linguaggi artistici per costruire esperienze culturali più inclusive?

Lo sforzo fatto con Musica &… va proprio nella direzione di costruire esperienze culturali più inclusive. La curiosità è un motore inesauribile che avvicina alla cultura e alla conoscenza. Il percorso che ci conduce a un concerto classico può passare anche attraverso una diversa passione, come quella per la pittura, la recitazione, o la scoperta di storie e personaggi dimenticati.

Oltre a Musica & Beato Angelico (14 dicembre), avremo in stagione Musica in questo tempo, in questa tempesta, dedicato alla figura di Alice Herz Sommer (19 ottobre 2025), Musica & Matematica con il Trio Concept (11 gennaio 2026) e un programma dedicato all’amicizia tra Nino Rota e Eduardo De Filippo (12 aprile 2026).

Piccola, grande musica è un ciclo pensato anche per i più piccoli; come nasce l’idea e in che modo si costruisce un’esperienza concertistica pensata per dialogare con l’infanzia senza rinunciare alla qualità artistica?

I nostri progetti nelle scuole e in particolare l’esperienza fatta con la Scuola Città Pestalozzi ci hanno insegnato che le fasce di età più piccole spesso sono le più ricettive: i ragazzi delle elementari e delle medie hanno mostrato un’energia e un entusiasmo particolare anche di fronte alle proposte apparentemente più complesse. La nostra convinzione è che avvicinarsi alla musica fin da piccoli sia una grande risorsa, un investimento culturale per sviluppare competenze di cittadinanza e per costruire il pubblico del futuro. Piccola, Grande Musica non è solo un progetto per bambini ma una rassegna per tutte le famiglie, in cui i più piccoli possono far nascere l’occasione di avvicinarsi alla musica.

Gli appuntamenti saranno quattro: Pizz ‘n’ click e le note del tempo (9 novembre 2025), Mio fratello Amadè (8 dicembre 2025), Va, va, va, van Beethoven (22 febbraio 2026), Merrie Melodies (22 marzo 2026).

La rassegna estiva Amici della Musica OFF porta la musica classica in luoghi non convenzionali e con repertori fuori dagli schemi. Perché è importante anche uscire dalla sala da concerto per costruire nuovi spazi di ascolto e prossimità?

Questa Rassegna nasce dalla convinzione che si debba avvicinare la musica al pubblico e non soltanto il pubblico alla musica(!). Superare le barriere formali e presentare il grande repertorio classico significa anche sperimentare spazi e situazioni d’ascolto diverse. Amici della musica OFF porta i concerti in un luogo prestigioso e di valore storico come il Cortile delle Donne dell’Istituto degli Innocenti. La rassegna prevede cinque appuntamenti, nei quali non mancheranno programmi originali e voglia di sperimentare: PassiSparsi (25 giugno 2025), The Bass Gang (26 giugno 2025), Erica Piccotti e Gian Marco Ciampa (4 luglio 2025), Giovanni Gnocchi con i Violoncelli del Mozarteum (7 luglio 2025), Gomalan Brass Quintet (10 luglio 2025).

Molte sono le nostre iniziative distribuite sul territorio, dai luoghi che ospitano Fortissimissimo ai concerti a Figline Valdarno, Empoli e Pontedera, fino all’impegno costante per portare la musica nelle scuole.

Il sostegno della Fondazione CR Firenze e di altri enti privati vi consente di mantenere standard artistici elevatissimi. Quanto è strategica, oggi, questa sinergia pubblico-privato per la sostenibilità della vostra missione culturale?

Il settore dello spettacolo dal vivo non potrebbe sopravvivere senza l’imprescindibile sostegno degli Enti pubblici. Tuttavia, il supporto del settore privato diventa sempre più importante. Enti come la Fondazione CR Firenze, il nostro principale sostenitore privato, esercitano un’azione di mecenatismo fondamentale a vantaggio dell’intera comunità. È sempre più importante sensibilizzare i sostenitori privati e fortunatamente negli ultimi anni si stanno diffondendo gli strumenti per farlo, come l’Art Bonus, che garantisce un sostanzioso credito di imposta a fronte dell’investimento in cultura e gli Amici della Musica di Firenze sono tra i soggetti che possono beneficiarne.

In una città culturalmente ricchissima come Firenze, quale pensate sia il ruolo specifico degli Amici della Musica nel connettere le eccellenze del passato con la creatività del presente e del futuro?

Siamo un’Associazione storica con 105 anni di attività alle nostre spalle. Gli artisti che si esibiscono da noi suonano anche nelle maggiori Stagioni e sale da concerto al mondo. La musica da camera è una proposta d’ascolto più difficile, ad esempio, dell’Opera o del repertorio sinfonico. In questo senso la nostra attività è una scommessa costante per fidelizzare il pubblico e coinvolgerne di nuovo, ma anche una missione culturale che garantisce al grande repertorio cameristico di continuare a essere eseguito. Gli Amici della Musica, nel corso della loro storia, hanno ospitato compositori all’epoca considerati d’avanguardia e ci auguriamo di continuare a poter essere un ponte di collegamento tra passato, presente e futuro.

 

Per il programma completo e l’acquisto dei biglietti: www.amicimusicafirenze.it

In copertina: Maria Joao Pires © Felix Broede

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