Site icon Lungarno

“Da Divise a Uniche”: moda, tram e inclusione sociale nella Firenze che si muove

Mercoledì 18 giugno in un tram color magenta fermo alla stazione Unità, abbiamo visto un luogo fiorentino di passaggio trasformarsi in una vetrina di possibilità: il progetto “Da Divise a Uniche”, promosso da GEST e Nosotras Onlus-  in collaborazione con Accademia Italiana e Toscana delle Donne – non è semplicemente un’operazione di riciclo creativo, ma l’attivazione di un circuito etico dove il tessuto, materiale e sociale, torna a farsi racconto, opportunità, riscatto.

Una capsule collection progettata da giovani studenti e studentesse dell’Accademia Italiana

Il progetto mette al centro dell’iniziativa divise mai indossate dai conducenti della tramvia, archiviate nei magazzini come scarti dell’efficienza logistica facendole diventare materia prima. Il risultato, “Her: creatività e inclusione”, è una serie di dodici capi unici, assemblati con cura sartoriale e immaginazione, che dimostra come anche una camicia da lavoro possa mutarsi in dichiarazione politica, di genere, di cura, di comunità.

Un percorso lineare e virtuoso: GEST dona, l’Accademia trasforma, Nosotras ridistribuisce

Vendita benefica dei capi, in programma per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e messa a disposizione delle divise per le donne in cerca di un abito formale per affrontare un colloquio di lavoro. Un’operazione che non vuole essere di charity, ma mira all’empowerment femminile, attraverso un gesto concreto che restituisca agency e strumenti oltre che abiti.

La scelta di presentare il progetto durante la settimana di Pitti Uomo

Non è un caso che ci troviamo nel cuore della mobilità urbana durante il celebre appuntamento di moda. È una presa di parola, visiva, pubblica, inequivocabile, che reclama uno spazio per l’inclusione dentro i meccanismi produttivi della città. Il tram, mezzo quotidiano per eccellenza, diventa così superficie narrativa e dispositivo politico, come afferma Cristina Manetti, ideatrice de “La Toscana delle Donne”, suggerendo che l’iniziativa non solo risponde al bisogno concreto di vestibilità e visibilità, ma agisce sulla radice delle disuguaglianze, contribuendo a creare condizioni per un’autonomia economica e personale reale.

“Circolarità” e “Sostenibilità”: un’etica del gesto che non si limita a comunicare, ma agisce

Il logo “Piccoli GEST-i” lanciato da GEST vuole proprio sottolineare come anche un abito inutilizzato possa tradursi in occasione, in narrazione collettiva, in uno spazio per costruire nuove alleanze sociali. Lì dove si getta l’abito, spesso si getta anche la storia di chi lo ha indossato, o avrebbe potuto. Questa iniziativa fa il contrario: raccoglie, ripara, reinventa e nel farlo riscrive anche il senso stesso del servizio pubblico, rendendolo non solo un vettore di mobilità urbana ma anche uno strumento di coesione e giustizia sociale.

Una Firenze che si muove sulle traiettorie più difficili e necessarie: quelle dell’inclusione.

Exit mobile version