Site icon Lungarno

Dialoghi di Pistoia: il Premio Internazionale alla sociologa Chiara Saraceno

DAY 02 - Dialoghi 2025 - Chiara Saraceno_Ph Lorenzo Marianeschi-67-1

È dal 2017 che nell’ambito del festival pistoiese sulla sfera antropologica si assiste al conferimento del Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia a una figura del mondo culturale che col proprio pensiero ha contribuito allo sviluppo delle relazioni umane. Questa ottava edizione premia il lavoro di Chiara Saraceno, una delle più autorevoli sociologhe nel panorama intellettuale italiano, e la sua capacità di dialogo sia con specialisti, attraverso ricerche di spessore e rilevanza internazionale, sia con un pubblico più ampio. Il premio, promosso dalla Fondazione Caript, le è stato conferito sabato 24 maggio al Teatro Manzoni di Pistoia. Alla premiazione è seguito poi un intervento della studiosa dal titolo “Contro le disuguaglianze”.

Un premio al lavoro intellettuale e all’impegno sul campo

Chiara Saraceno, sociologa e filosofa, ha insegnato Sociologia della famiglia all’Università degli studi di Torino, è stata professoressa di ricerca al Wissenschaftzentrum für Sozialforschung di Berlino ed è attualmente direttrice del dipartimento di Scienze sociali del Centro interdipartimentale di studi e ricerche delle donne e membro della Commissione italiana di indagine sulla povertà e l’emarginazione. Saraceno, con i suoi articoli scientifici, libri e interventi pubblici, ha da sempre unito la sua materia di studio, la sociologia, all’impegno in battaglie civili e culturali in favore della tutela dei diritti e contro le disuguaglianze. I principali temi del suo lavoro sono i diritti delle donne, le misure di sostegno alle famiglie, l’importanza del welfare, il contrasto alla povertà, la lotta all’emarginazione sociale. Quella che oggi è chiamata “terza missione” ovvero l’impegno di professori e intellettuali al di fuori dell’ambito accademico – spiega Saraceno – è sempre stato al centro del suo lavoro. Esprimendo gratitudine verso il premio assegnatole, confessa anche di avere la sensazione che il lavoro degli intellettuali che si sono dedicati a determinate battaglie sociali con impegno civile non sia stato sufficientemente utilizzato da chi avrebbe potuto e dovuto farlo.

Adriano Favole, Giulia Cogoli, Luca Gori, Chiara Saraceno – foto Lorenzo Marianeschi

“La povertà come destino”

La principale materia di studio di Saraceno sono le disuguaglianze, siano esse economiche, sociali, di genere. Per quanto riguarda la condizione della donna – chiarisce Saraceno – le norme formali sono molto migliorate rispetto a quanto lei stessa era una bambina e poi una giovane adulta, nonostante l’Italia sia arrivata a chiudere il gap con circa dieci anni di ritardo nei confronti degli altri Paesi europei. Quello che manca – prosegue – riguarda la sensibilità a certi temi nella sfera culturale e pratica: vi è proprio una difficoltà nel far cadere gli stereotipi nel quotidiano. Basti semplicemente osservare come vi siano forti squilibri già appena dopo il diploma o la laurea, prima ancora di avere la possibilità di metter su famiglia per cui si crea una discriminante nel mercato del lavoro, nella divisione dei compiti domestici, nel linguaggio, per il quale una definizione al maschile sembra rendere una professione più autorevole, nel congedo parentale, e quant’altro. Dunque, il gap si è chiuso semplicemente sulla carta ma è chiaro che nella realtà non è così, c’è ancora molto da lavorare sulle politiche che possano rendere attuabili i principi generali. Altro argomento centrale dell’incontro con l’autrice è stata la povertà assoluta, in continuo aumento in Italia (secondo dati del 2023), e soprattutto la povertà nonostante il lavoro per cui il welfare non riesce più a compensare le mancanze che si sono venute a creare. Tutto ciò – sostiene Saraceno – è un dramma per chi nasce e cresce in questi contesti: «chi nasce povero è condannato a incontrare risorse, sia familiari sia pubbliche, più povere». Altra tematica che Saraceno ha esposto è stata la formazione dei giovani in un paese che invecchia. La studiosa condanna, infatti, quelle politiche che hanno creato condizioni sfavorevoli alla permanenza di giovani in Italia, sia di cittadinanza italiana sia con cittadinanza straniera.

 

In copertina: Chiara Saraceno, foto Lorenzo Marianeschi

Exit mobile version