Il detective sonnambulo, titolo omaggio a I detective selvaggi di Roberto Bolaño, è un romanzo quadrilatero – quattro protagonisti, quattro città europee – in cui Vanni Santoni come un commediografo navigato esplora i possibili intrecci tra un innamorato, la sua femme fatale, l’altra – forse il vero amore -, e il ricco (sebbene non vecchio) che gli complica irrimediabilmente la vita. Della commedia, il romanzo ha il tono divertito e i colpi di scena calibrati: sparizioni ripetute, castelli, balli in maschera, esperienze psichedeliche e una pletora di personaggi variopinti.
Eppure, a differenza delle commedie classiche, questo romanzo ha al centro l’impegno per un mondo migliore vissuto in prima persona da Johanna, Tanya, Manfredi e – forse suo malgrado – da Martino Suckert, l’italianissimo narratore e giovane studente in trasferta a Parigi alla ricerca del suo futuro. Forse non sbaglieremo a dire che i personaggi sono giovani europei che indagano le soluzioni possibili per il nostro vecchio continente, sempre più somigliante ad un’America deteriore, fatta di disuguaglianze estreme, fascinazione per le teorie lungotermiste, turbocapitalismo e criptovalute. Un paesaggio desolante di cambiamento climatico e lotta politica ridotta a scontri per strada, dei quali non è mai chiaro il movente, attraverso il quale i protagonisti si muovono carichi di proposte per la salvezza: l’attivismo critico, l’arte, il mecenatismo e, un classico, l’amore.
Niente ovviamente andrà secondo i piani e le brevi pause nelle continue peregrinazioni del quartetto – fisiche, spirituali, amorose e politiche – sono sempre instabili e destinate a crollare nei successivi tentativi di capire come vivere in questo impossibile mondo contemporaneo. Come in un gioco di Jenga al contrario, in cui si aggiungono pezzi ad una torre sempre più instabile, il finale è un inevitabile crollo che ci lascia con la realizzazione malinconica che il mondo è infinitamente più grande di noi. Che niente sembra essere in grado di cambiarlo. Ma, allo stesso tempo, che nessuna storia è definitiva: che il futuro aspetta dietro l’angolo e lascia ampi margini alla speranza.
Santoni fa del suo detective sonnambulo – ossia tutti noi che desideriamo vagamente un mondo migliore, la felicità, l’essere amati e il riamare – il motore di un’avventura picaresca europea che ci porta a Parigi, Berlino, Venezia, Davos, su aerei privati, motoscafi, treni e taxi tra anarchici, techbros, gallerie d’arte contemporanea e serate alcoliche. Senza nessuna morale o lezione se non quella, semplicissima eppure così saggia, che la vita è sempre sorprendente e tutta da costruire.
Vanni Santoni, Il detective sonnambulo, Mondadori, 2025 – €19,50
Foto di copertina: Eric Pxl su Unsplash