Libri

Le mie cose preferite. Un omaggio ai 25 anni di Fahrenheit

By Salvatore Cherchi

February 03, 2025

Un commento all’ultimo libro memoir della curatrice e conduttrice radiofonica, storica voce di Radio 3.

La radio e la poesia hanno in comune la materia di cui sono fatte: l’aria. Con queste parole Susanna Tartaro riesce a catturare ciò che ho sempre visto nella radio: uno strumento di comunicazione gentile. Non per visione romantica, quanto per la sua capacità di non essere invasiva (quante cose puoi fare ascoltando la radio?) e di non limitare l’immaginazione: dietro una voce, chi ascolta, può costruire un volto, una posa, un’emozione, a suo piacimento, un po’ come si fa leggendo. Schiariamo il campo da ogni dubbio, però: Le mie cose preferite (Marsilio, 2024) non è un saggio sulla radio, anche se a scriverlo è Susanna Tartaro, curatrice di Fahrenheit, storica trasmissione di Rai Radio 3 che, dal 1999, si occupa di libri e cultura e che, nel 2024, ha compiuto 25 anni.

E per capire che non siamo nel campo dell’analisi tecnica, basta l’incipit di questa storia, messa in moto dal più classico degli incidenti urbani: un SUV passa col rosso, travolge un motorino e scappa senza prestare soccorso. Una scena che farebbe imbestialire chiunque. Eppure la Tartaro, che questo fatto l’ha subito in prima persona (fortunatamente senza danni gravi, se non con una frattura al polso), nell’entropia dello scontro sembra aver trovato l’occasione per fermarsi e riflettere non tanto sull’inciviltà del gesto cafone (che si qualifica da sé), quanto sulla possibilità di costruire uno sguardo in retrospettiva sulla sua vita. Uno spazio materiale, quello della città di Roma, in cui è nata e vissuta, e uno spazio etereo, quello di Rai Radio 3, dove ha iniziato la sua carriera lavorativa, si sovrappongono, per far emergere storie di uomini, donne e luoghi che hanno trasmesso qualcosa a chi li ha saputi ascoltare e osservare. Le mie cose preferite è dunque un diario intimo e personale, in cui i ricordi legati al lavoro (la radio) e alla città (Roma), diventano sia rifugi che atti di resistenza contro un mondo che, nelle parole e nei fatti, è sempre più aggressivo e incivile.

«La “leggerezza” unita alla profonda pervasività della radio, consentono di proteggersi da disattenzione e cialtronaggine» ci confessa Susanna Tartaro. «E alla fine sì, penso che la letteratura, quella vera, seria, quella che si pone domande e non ti offre risposte, sia un atto di resistenza e anche di apertura verso l’altro e quel mondo intorno, tutto da capire e che, a volte, spesso, stenti a capire».