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“Le nostre vite”, il podcast che dialoga tra due generazioni

di Alessia Di Giosio

 

Cosa succederebbe se degli anziani incontrassero dei giovani agli opposti delle loro età per raccontarsi? La risposta si trova nel podcast “Le nostre vite”, un progetto realizzato da Corriere della Sera, ideato dal giornalista fiorentino Jacopo Storni e Valentina Blandi, insieme a Consorzio Zenit e grazie al contributo di Fondazione CR Firenze. In tre puntate di circa trenta minuti l’una tre ventenni incontrano tre novantenni per raccontare un pezzo di sé. Emanuele e Lia, a partire dalla passione in comune per la filosofia, si confrontano su come si costruisce una vita felice, tra il divorzio dei genitori e la perdita del proprio compagno come diverse esperienze d’amore. Nel secondo episodio, Giulia e Roberto si aprono in un dialogo intimo sulla differenza tra la vita dei giovani di oggi e quella dei giovani che hanno vissuto la guerra. I primi baci e poi l’amore che torna protagonista. L’ultimo appuntamento, infine, vede Giulia e Paola discutere sulla fragilità mentale, la libertà e l’emancipazione della donna. Tutte le puntate sono fruibili gratuitamente sul sito ufficiale di Corriere della Sera e sulla piattaforma Spotify.

Lia

Vite di sconosciuti che si intrecciano

L’idea è nata dalla lettura di un libro di Tiziano Terzani, di cui Jacopo Storni è un grande appassionato, dal titolo La fine è il mio inizio. Terzani, giunto al termine del suo percorso, convoca il figlio Folco per raccontargli cos’è stata la sua vita e cos’è la vita in generale. «Mi sono chiesto come sarebbe stato far incontrare dei giovanissimi, che sono all’inizio della loro esistenza, con degli anziani che invece sono quasi al termine della propria», svela l’autore del podcast. È iniziata allora la selezione per trovare i protagonisti perfetti, che avessero qualcosa di cui parlare e che, allo stesso tempo, fossero predisposti all’ascolto. Ed è proprio ascoltando le loro parole, che si può assistere alla nascita di un dialogo profondo tra persone apparentemente sconosciute, ma che condividono molto più di quanto possa sembrare. Tutte residenti a Firenze, le sei voci del podcast sono state abbinate in base alle loro affinità. «I protagonisti non si erano mai incontrati prima e si sono conosciuti solo al momento della registrazione delle puntate. Da questo incontro spontaneo è nata un’interazione autentica e semplice», aggiunge il giornalista fiorentino.

Emanuele

L’intergenerazionalità al centro del progetto

L’idea del podcast è innovativa, poiché ci mette di fronte a un dialogo che non siamo abituati a vedere né tantomeno ad ascoltare: un dialogo intergenerazionale. «L’intergenerazionalità porta a prospettive differenti. Le domande che sono state fatte nel corso delle puntate spesso erano esistenziali ed è stato curioso notare come abbiano portato a risposte totalmente diverse», evidenzia Valentina Blandi. Gli autori stanno cercando di portare la loro iniziativa nelle scuole, con l’obiettivo di presentare il podcast a più ragazzi e ragazze possibili e instaurare con loro una riflessione. In un momento storico in cui i giovani vengono spesso rimproverati di non ascoltare, il progetto editoriale di Storni e Blandi vuole porre fiducia nelle nuove generazioni, insegnando loro a non essere indifferenti verso il prossimo. Il podcast è anche un tentativo di sensibilizzazione alla vecchiaia, partendo dal presupposto che uno dei problemi più diffusi tra gli anziani è la solitudine. «Da un lato, chi ha più esperienza, può imprimere con gioia uno sguardo più maturo sulla vita, dall’altro, attraverso il confronto, ha la possibilità di imparare cosa voglia dire essere giovani oggi e cercare di comprendere il malessere e le fragilità del presente», conclude Valentina Blandi. Di iniziative culturali come questa ne beneficiano tutti: chi è parte attiva della conversazione, ma anche chi si limita ad ascoltarla. Il podcast “Le nostre vite” aiuta a livello relazionale, perché apre la possibilità di un dialogo e porta a interessarsi a dimensioni di persone con realtà ed esperienze diverse dalla propria. L’esito positivo emerso dai racconti intimi nel corso delle puntate, infatti, ci ricorda che non siamo incapaci a relazionarci con ciò che ci circonda ma che, forse, solo disabituati a farlo.

 

Crediti fotografici: Jacopo Storni

 

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