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Amarcord kebab

Il rumore sdrucciolo dell’unto sulla pelle, la carne che sfrigola, il vapore che fuoriesce dal pane caldo. E dietro il fumo acquoso, oltre la coltre densa, di là dal vetro, le facce dei kebabbari. Quei volti, per molte persone, negli anni sono diventate facce familiari, occhi amici, compagni, mete di pellegrinaggio. Mi ricordo ancora. Erano gli anni giovani, quelli in cui coi miei amici avevamo istituito un giorno dedicato al nostro kebabbaro di fiducia: era San Farid, splendido, immortale, per sempre nei nostri cuori.

Come data avevamo scelto il giorno prima di Pasqua, per comodità, e per dare una sensazione dinamica. Vista ora, con occhi più maturi, quella festività pagana non conteneva risvolti sociali, ma era solo una nota colorata all’interno delle nostre vite, un pretesto come un altro per andare a mangiare quel panino morbido fatto in casa, quella carne, quelle spezie, quelle salse. Poi le strade si sono divise ma quel kebab continua a rappresentare un crocevia nella memoria di tutti noi, un punto pivotale, un ponte che, nonostante gli anni, ancora ci collega.

Ogni volta che mangio un kebab mi soffermo sul valore di questo piatto simbolo importato in Europa tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Dietro quella carne che gira ci sono secoli di culture gastronomiche, processi più complessi di ciò che pensiamo, il tutto per quello che arriva a noi come panino farcito, uno dei pochissimi esempi di pasti che a Firenze si possono consumare con 5€. Girando la testa dall’altra parte – senza soffermarsi dunque su quanto rimanga nelle tasche dei kebabbari – issiamo una bandiera con lo spiedo che gira, baluardo della ristorazione popolare.

E già che ci siamo continuiamo a girare: intorno alla stanza sulle note di Battiato, le pagine di Lungarno che da questo mese si è rinnovato, per i locali dei kebabbari al fine di cercare il nostro prediletto. E lo troveremo: perché ognuno ha il suo Farid, ognuno ha il suo porto sicuro, quel golfo riparato che non ti deluderà mai.

foto di Irene Tempestini

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