di Ilaria Bandinelli
Tra due settimane volgerà al termine l’edizione 2024 di Scripta l’arte a parole, realizzata dall’associazione Scripta in collaborazione con Gli Ori editori contemporanei, Libreria Brac Firenze e con il sostegno della Regione Toscana. L’iniziativa, in programma dal 7 ottobre all’11 novembre, ha previsto una serie di appuntamenti artistici e culturali sull’onda del tema scelto della manifestazione, ovvero: “La grande bellezza”. Attraverso incontri con gli autori e le autrici, produzioni di opere permanenti, iniziative editoriali ed eventi performativi, Scripta ha voluto raccontare una bellezza “lontana dal sentimentalismo oleografico e dalla monumentalità magniloquente”. L’11 novembre sarà inoltre annunciato il vincitore della terza edizione del premio under 35 per la giovane critica d’arte; una borsa di studio e la pubblicazione su Gli Ori per un progetto inedito inerente ai temi dell’arte contemporanea nei rapporti con la sfera pubblica e gli studi sociali. Nell’ambito di questo panorama stimolante, abbiamo avuto il piacere di intervistare Pietro Gallianò, critico d’arte e direttore di Scripta.
Che cos’è per te “La grande bellezza” di Scripta 2024 e in che modo le iniziative di quest’anno ne sono state espressione?
“La grande bellezza” di Scripta 2024 non ha niente a che vedere con il suo significato estetizzante o decadente, ma va intesa come sentimento generato dall’arte quando viene osservata e vissuta dalle persone. La bellezza quindi che l’arte produce dalla coesistenza di essere umani e opere d’arte, in una condivisa creazione di senso. Ho percepito questo concetto lavorando con le comunità di abitanti dei quartieri fiorentini, gruppi di immigrati e minoritari; le persone si riflettono nell’opera d’arte guardandola senza una necessità analitica, al di là di un atteggiamento didascalico e gerarchico tratto dal bisogno di spiegare l’opera a chi non è parte del mondo dell’arte. Il modo spontaneo in cui questo succede, ed è sempre successo fin dagli albori dell’espressione umana, produce una grande bellezza grazie alla sua coesistenza con gli esseri umani. In tal senso le iniziative promosse quest’anno riflettono questo punto di vista, coinvolgendo le comunità non solo come spettatori dell’opera ma anche come coautori, vocati a leggere l’opera d’arte e arricchirla di significato con il loro sguardo.
Dare spazio ai giovani artisti e critici d’arte non è da tutti. Quanta importanza riveste il premio Scripta per le nuove generazioni e le stesse manifestazioni artistiche?
Da sempre i primi destinatari di Scripta sono i giovani, giovani artisti, studenti e studiosi, non per forza strettamente legati al mondo dell’arte. Questo perché l’arte è una garanzia di speranza per sfuggire alle retoriche dell’inevitabile, e le giovani generazioni – più di altre – hanno bisogno di percepire questa garanzia e sono capaci di metterla in atto. Inoltre, osservando il mercato della media e piccola editoria specialistica dell’arte, vi è una scarsa accessibilità per i giovani studiosi soprattutto nella possibilità di pubblicare, da qui è nato quindi il desiderio di promuovere il premio. Lo stesso principio viene seguito per le collaborazioni con i giovani artisti: incoraggiare la possibilità di fare arte offrendo loro un’opportunità di lavoro professionale e promuoverne anche la loro visibilità.
La tua linea editoriale appare molto chiara, come effettuI le tue scelte nella selezione dei libri e degli ospiti?
Anche se non è mai stato esplicito, al di fuori della prima edizione, tutti i libri e titoli presentati a Scripta hanno a che fare con una declinazione politica dell’arte, riferendosi all’arte e alla sfera pubblica. Questa uniformità si riflette nella scelta degli ospiti e degli artisti che vengono invitati, ci interessa infatti il modo in cui l’arte si riscatta dall’elitarismo, a cui sembra confinarla la gran parte del mercato dell’arte. In genere le scelte vedono partecipi editoria specialistica (ma non solo) medio e piccola, e libri che siano esiti o accompagnamenti di ricerche che hanno a che fare con questa visione dell’arte. Cerchiamo inoltre di presentare pubblicazioni e studi recenti, usciti negli ultimi due anni, salvo alcuni casi peculiari.
Alcuni eventi hanno avuto luogo in circoli Arci (Porta al Prato) e case del popolo (Impruneta), da cosa è dovuta questa scelta?
Si tratta di una collaborazione molto felice con Arci Firenze, con i volontari delle case del popolo e dei circoli. Da cinque anni infatti Scripta ha lasciato musei e biblioteche a beneficio di questi spazi. Questa idea, nata durante il covid, è scaturita dal bisogno che avevamo di immergerci nella realtà, in linea inoltre con il principio di arte promosso da Scripta.
L’evento in chiusura della manifestazione, programmato per l’11 novembre, che cosa prevederà e quale pensI possa essere il bilancio di Scripta 2024?
L’evento conclusivo prevederà tre appuntamenti: la presentazione del libro scritto dalla vincitrice del premio Scripta 2023 (Gloria Calderone – “CoRprogettazioni” Gli Ori, 2024), un libro molto intenso che critica la cultura urbanistica e progettuale degli ultimi cento anni, per proporre una rimessa al centro del corpo sensibile. Contestualmente annunceremo poi il nome del vincitore del premio Scripta 2024. Presenteremo infine al pubblico il lavoro artistico di Loredana Longo presso la Libreria Brac, la quale ha prodotto per la Brac l’installazione artistica “Victory”. Come bilancio di Scripta 2024 posso dire al momento che è stata un’edizione molto bella, partecipata, che ha visto la presenza di un pubblico trasversale, questo ci conferma che stiamo andando verso la direzione giusta con questa iniziativa. Abbiamo inoltre potuto contare ancora sul sostegno della Regione Toscana (Toscana in contemporanea), e sulla collaborazione di partner storici come la casa editrice Gli Ori, Arci Firenze, Radio Papesse, la scuola Santa Reparata e Fabbrica Europa.
Info
https://lnx.scriptafestival.it
https://www.instagram.com/scriptalarteaparole/
Photo credits: Scripta l’arte a parole (parte grafica curata da Tadà Design)