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ABITARE L’ARCHIVIO. Residenza di sperimentazione esoeditoriale

Foto di Filippo Marietti

Nel complicato intreccio delle programmazioni culturali TAB | Take Away Bibliographies e Archivio Luciano Caruso si incontrano in un territorio quasi del tutto inesplorato: quello dell’esoeditoria. Grazie al loro progetto Abitare l’Archivio, quest’anno alla sua seconda edizione, tre tra le organizzatrici della call Rita Duina – progettista e ricercatrice di studi urbani, Azzurra Gasparo – storica dell’arte e progettista culturale, e Barbara Cinelli – professoressa di Storia dell’Arte Contemporanea, hanno offerto una residenza a quattro figure (un* storic* dell’arte e curatore/curatrice, un* artist*, un* graphic designer e un* ricercatore/ricercatrice) che si dividerà in un ciclo di tre lezioni e visite guidate, culminante nella produzione di una fanzine finale. Il progetto è promosso da Archivio Luciano Caruso e Tab I Take Away Bibliographies in collaborazione con Concretipo.

La collaborazione tra il collettivo TAB e l’Archivio Caruso inizia nel 2021, con un progetto dal titolo omonimo Abitare l’Archivio. Tre anni fa, le organizzatrici avevano pensato di creare il prototipo di una residenza, un workshop bibliografico per amatori e curiosi, attività per le scuole e pratiche di creazioni di libri d’artista, come quelli prodotti dallo stesso Luciano Caruso, artista, poeta e studioso che ha segnato a tutto campo la storia dell’esoeditoria: come artista, come poeta e come intellettuale. Il concetto di bibliografia, attorno a cui ruota il tema della residenza, è inteso in modo speculativo: elementi comuni uniscono il lavoro archivistico di Caruso a quello svolto da TAB, permettendo la formazione di un binomio culturale attorno ai temi della poesia visiva e dell’artefatto esoeditoriale. Il gruppo, infatti, si occupa di pratiche riguardanti fonti desuete, per pensare e lavorare con l’archivio, progettando un format che ne permetta la condivisione.

Foto di Filippo Marietti

Uno dei punti che sono stati sottolineati da Barbara Cinelli riguarda proprio l’aspetto pratico del lavorare in archivio, spiegando che questa professione ha confini sfumati che devono essere messi in luce e compresi. Lo stesso libro d’artista di Caruso, base e modello della produzione in residenza, diventa, così, oggetto di studio: fondendo la realtà della ricerca bibliografica alla pratica artistica, questo manufatto è una vera e propria mostra, ibrido di libro e opera, i cui confini imprecisi toccano il tema bibliografico, della produzione del genio artistico e della capacità di organizzazione grafica e manuale. Insieme alle lezioni tenute da Silvia Bignami, Francesco Ciaponi e Paolo Parisi, aperte al pubblico, i quattro partecipanti saranno ospiti di importanti istituzioni del territorio. «Questo – afferma Rita Duina – consente al progetto di creare una costellazione di realtà culturali diverse che collaborano, con il loro racconto, allo sviluppo della residenza». All’edizione corrente parteciperanno in qualità di istituzioni esterne la Stamperia del Bisonte e la Galleria d’Arte Frittelli.

Foto di Filippo Marietti

La residenza porta a confrontarsi con il concetto di “bibliografia attiva”, elemento che deve scardinare quella che Barbara Cinelli definisce «l’idea accademica perniciosa che la bibliografia sia qualcosa di calato dall’alto», come qualcosa di utile alla ricerca solo se fatta da altri. «L’idea di TAB è di esplorare un archivio in cui la bibliografia diventi uno strumento di esplorazione e arricchimento». Il risultato di questa esperienza sarà la produzione di una fanzine, prodotta grazie agli spazi offerti dallo studio (tipo)grafico Concretipo, con cui TAB e l’Archivio Caruso hanno collaborato anche nella precedente edizione. Questo manufatto avrà una complessità tale da far emergere la creatività dei quattro partecipanti che, come collettivo, nella collaborazione e nello scambio con insegnanti e collaboratori, sarà affiancato nella realizzazione dell’opera finale tramite indicazioni e supporto continui: dalla consultazione di modelli, a consigli riguardo le possibili restrizioni, portando a sfruttare a proprio vantaggio anche ciò che è percepito come una mancanza.

 

Foto di copertina di Mario Venturella

 

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