Storie

ROLLBOX, la memoria di domani

By Redazione Lungarno

September 05, 2024

A volte mi trovo a pensare a quel mio hard disk pieno di foto degli anni 2004-2009 andato distrutto, caduto per terra, poi portato a riaggiustare da due diversi tecnici e lo stesso gesto della testa: niente da fare. Cerco di ripescare nella memoria le singole cartelle (Spagna 06, Capodanno 05, Corto viaggio sentimentale 08) e le singole foto; alcune le ricordo ancora, ma per quanto? E tutte le altre? Per questo hanno attirato la mia attenzione delle piccole cassette postali spuntate in città, su cui capeggia la scritta ROLLBOX.

ROLLBOX nasce a gennaio 2024 dall’incontro di due appassionati di fotografia in pellicola, Niccolò Romagnoli e Antonio Logarzo che incontro in uno dei tanti giorni in cui la velocità del contemporaneo mi sembra inaffrontabile, e mi sorprende la loro calma.

Che vi siete messi in testa? chiedo. L’idea, mi spiega Antonio, «è nata dall’incontro tra me e Niccolò, che era tornato da Berlino e aveva visto qualcosa di simile. Un incontro di due appassionati di fotografia in pellicola, ma anche un incontro di idee e volontà nel riaccendere un rapporto più materiale con la fotografia, il fotografato e il fotografo, il fotografico insomma».

Va bene, ma come funziona? «Grazie a delle cassette postali a cui abbiamo dato il nome ROLLBOX», mi spiega Niccolò, «si possono imbucare i propri rullini in più parti della città e noi passiamo a ritirarli, li portiamo nel nostro laboratorio analogico e ve li sviluppiamo come volete voi, bianco e nero o colore, accogliendo anche in studio appassionati e fotografi per sviluppare insieme i loro progetti. L’idea è infatti sviluppare una relazione tra chi fa le foto e noi che le sviluppiamo. Un rapporto di fiducia che speriamo nasca anche dal fatto che facciamo tutto noi, senza macchinari, ma prendendoci cura di tutto il processo in modo accurato, come una volta. Ci fa molto piacere che alcuni appassionati analogici hanno utilizzato già più volte ROLLBOX, e abbiamo stretto amicizia così ora vengono in studio quando desiderano fare stampe Fine Art».

L’idea, prosegue Antonio, è ritrovare quella magia di un rullino di cui non si conosce fino in fondo il contenuto, ma anche la pazienza che ci vuole, l’attesa, che i negativi prima e le stampe fotografiche poi, siano pronte. In un’epoca fatta di immaterialità, di foto che sono subito pronte e condivisibili sui social, loro propongono una strada altra, più materiale.

Siete pazzi, ho detto io sotto il loggiato di Piazza dei Ciompi, e già sentivo la mia ansia sciogliersi o almeno in parte, sempre per l’influsso dello sguardo calmo di Antonio e Niccolò. «Pazzi, no. Ci piace fare questo, è una cosa che manca un po’ a Firenze, almeno sotto questa veste e cerchiamo di offrire un servizio per avvicinare e facilitare il fotografo nelle fasi successive allo scatto, rendendo disponibile il contatto con un laboratorio artigiano e professionale di fotografia in pellicola. E poi vuole essere un progetto che sia coerente con il nostro modo di intendere il mondo, e la vita». Vorrei abbracciarli, credo, ma sono in modalità intervistatore, e mi segno su un quadernino dove sono state messe le prime ROLLBOX, al momento tre (presso Blue Tony Toy in via della Pergola 37, Todo Modo in Via dei Fossi 15R e Bulli e Balene in Manifattura Tabacchi) ma presto ne verranno messe altre.

«Non siamo così anti-tecnologici», ci tiene ad aggiungere Niccolò: «Per varie cose ci serviamo della tecnologia. Sulle cassette, prosegue, c’è da scansionare un QRcode che ti rimanda a un semplice form in cui si seleziona il servizio desiderato e nel giro di due o tre giorni è tutto pronto per il ritiro. Tra i servizi che diamo, sviluppiamo e scannerizziamo i vostri negativi per avere foto che possono essere condivise anche on-line o sui social».

Ripenso, mentre mi allontano, a quelle foto nel mio hard disk distrutto, e a quelle che oggi ritengo al sicuro sui Social Network, ma a cosa o a chi sto affidando la mia memoria di domani? Torno a casa, vado in soffitta dove ci sono tutte le mie foto pre-avvento digitale, racchiuse dentro delle cassette di metallo, e dove trovo, ancora perfettamente funzionante, la mia vecchia macchina fotografica analogica.