Un cervo di legno libero nella trappola di una rotatoria affollata. Un controsenso che fa eco a quello di una città icona storica di bellezza artistica come Firenze, che scivola nell’incuria.
Cervo Vittorio, opera realizzata dall’artista fiorentino Sedicente Moradi, per oltre 7 anni è stato testimone di tanti movimenti all’interno della rotonda di Piazza Taddeo Gaddi, puntando serafico l’orizzonte. Qualche giorno fa, senza preavviso, è stato smontato e rimosso durante la manutenzione dell’aiuola.
Come ci racconta l’artista “Quando anni fa ho installato Vittorio nella piazza, in città c’era uno spirito incoraggiante rispetto agli interventi sul tessuto urbano, molto sostenuti dal pubblico. Il cervo era un simbolo di resistenza e di quello spirito che andrebbe mantenuto attivo, specialmente come ispirazione per chi la città la vive tutti i giorni. L’atteggiamento è quello di una Firenze distratta e troppo impegnata a mantenere il focus su altre priorità, tutto il resto è un surplus. L’augurio è che possa tornare ad essere un vivaio per queste iniziative.”
Un labirinto affollato quello di Piazza Gaddi, snodo strategico e prova di autocontrollo nelle ore di punta, quando inizi a valutare di mandare all’inferno i tuoi impegni e imboccare la prima traversa libera. Poi vedevi quella creatura di legno imperturbabile e ti ricentravi, nuovamente zen abbandonavi l’idea malsana di dirigerti verso l’ignoto.
Ci sono interventi artistici che finiscono per identificarsi con il luogo in cui sono stati inseriti e in chi li frequenta, che si affeziona all’opera e se ne prende cura come può. Artisti che offrono la propria arte (sostenibile) per il piacere di condividerla e invitare ad una lettura diversa di luoghi e momenti, stimolando ad immaginare ed emozionarsi attraverso l’eleganza effimera della natura stessa.
Vittorio è stato lo spirito guida della rotatoria stressata, ma ci piace immaginare che sia riuscito a liberarsi da quel labirinto sulle sue zampe muschiate, approfittando della rovente quiete d’agosto.
Forse torneremo a vedere una nuova creatura animare piazza Gaddi e a ricordarci che nelle città, prima dei ristoranti e degli appartamenti in affitto, è benvenuta l’arte e chi ne fa dono.
Credit foto: Gaia Carnesi