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Dal sacro al profano. Quando un caso di contraffazione ci riguarda da vicino

In un’inchiesta presentata da Milena Gabanelli su Dataroom, è emerso che tra il 2018 e il 2021 l’Agenzia delle Dogane ha sequestrato oltre 2 milioni di articoli contraffatti provenienti dal mercato cinese: giocattoli, borse, occhiali, orologi, abbigliamento, apparecchi elettronici, per un valore di circa 50 milioni di dollari. Cifre che assumono una dimensione ancora più significativa se scopriamo che tra quella massa di articoli c’è qualcosa di nostro, come capitato a Diego Gabriele, artista toscano che vive e lavora in provincia di Firenze: pochi mesi fa ha trovato su Temu la versione contraffatta del suo mazzo di tarocchi, Disorder Tarot of Innocence, edito da Lo Scarabeo.

Raccontami la storia dal principio.

“Nel 2016 una collezionista americana mi commissionò il 9 di denari. L’idea mi piacque, ma non avevo idea di cosa ci fosse dietro un mazzo di tarocchi. Così mi sono dedicato allo studio della simbologia e ho deciso di realizzare il mio mazzo completo. Ci sono voluti 4 anni e mezzo di lavoro. La prima stampa l’ho autoprodotta, perché ho un passato da editore di fumetti e la passione per l’autoproduzione. Poi al Salone del libro di Torino proposi il mazzo a quelli de Lo Scarabeo (editore specializzato in questo tipo di produzioni, ndr), e decisero di pubblicarlo nel loro catalogo”.

Come hai scoperto che il mazzo era stato contraffatto?

“Tramite un collezionista, uno dei primi ad apprezzare il mio lavoro sui tarocchi. Un giorno mi scrisse: guarda che su Temu c’è il tuo mazzo a 5 euro. All’inizio ho pensato fosse una decisione dell’editore, ma quando li contattai per segnalare la cosa, mi dissero che l’avevano già scoperto, che riguardava anche altri mazzi del loro catalogo e non si limitava solo a Temu, ma ad altri marketplace simili”.

Qual è stata la reazione quando l’hai saputo?

Ti fa rabbia, ma poi capisci che non puoi farci molto. Quando immetti nel mercato un prodotto, è possibile che venga copiato. Anche se in questo caso è proprio un furto esplicito, l’unica differenza è nel packacing, quello della Scarabeo è curato, il loro una banale scatola”.

Che azioni avete intrapreso con la casa editrice?

“Loro si sono attivati legalmente, contattando un avvocato in Cina, ma è risultata fin da subito una battaglia contro i mulini a vento, perché si tratta di negozi terzi che vendono attraverso Temu o marketplace simili, perciò ogni volta che segnali, blocchi e rimuovi il prodotto da un negozio, spunta in un altro”.

Diego Gabriele

Ha avuto impatti sulla vendita del mazzo originale?

“Il danno economico l’ha più l’editore, che si è trovato contraffatto diversi mazzi del catalogo, mentre per me è minore e non rilevante nella storia. Aggiungo però una cosa: il tarologo o il cartomante ha un rapporto intimo con il mazzo. Lo cura, lo purifica e nella lettura della carta presta molta importanza all’immagine, perché conta l’interpretazione che ne ha dato l’artista che l’ha disegnata, che ispira chi legge. È uno scambio. Perciò chi è appassionata di tarologia e divinazione cerca sempre un prodotto originale, curato, da collezione. Tant’è che chi acquista il mio mazzo poi mi scrive per confrontarsi e chiedermi come ho fatto certe scelte”.

Quindi hai ricevuto sostegno da parte della comunità artistica?

“Sì, chi segue il mio lavoro, lato social, si è espresso invitando gli appassionati a comprare i lavori originali”.

C’era una carta che poteva prevedere tutto questo?

“Quando ho finito il mazzo mi ero scordato di fare il 3 di denari: l’opera artistica, fare le cose a regola d’arte. È stata la carta che mi ha fatto dire: stai attento, cerca di fare le cose a modo. Ma non puoi avere tutto sotto controllo”.

Dopo l’intervista abbiamo contattato il servizio clienti Temu. Ci ha comunicato che sta provvedendo alla rimozione del materiale che viola la proprietà intellettuale. Ad oggi il mazzo è ancora presente sul marketplace, ma non sempre disponibile per l’acquisto.

 

foto: Diego Gabriele

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