Sul finire dell’Ottocento la Maremma era abitata da pastori, butteri, carbonai e briganti. Una terra povera e afflitta della malaria, dove oltre i cavalli, la gente che li domava, le mandrie di vacche e qualche fiera di bestiame, non c’era molto altro.
Nello stesso periodo, dall’altra parte dell’oceano, la conquista dell’Ovest era al suo apice storico e il Wild West Show di Buffalo Bill arrivava in Italia per una tournée, che passò anche da Firenze, portando tra gli affreschi di Michelangelo e Raffaello una banda di selvaggi dalle facce dipinte e armati di accette e coltelli, come scrisse all’epoca l’Herald Tribune.
È su questi due elementi che si sviluppa la trama di Selvaggio Ovest, il nuovo romanzo dello scrittore di Pontassieve Daniele Pasquini, in uscita per NN Editore. Pasquini affronta un genere dalla vena mai esaurita (come quella sognata dai cercatori d’oro), e lo fa col piglio autoriale che contraddistingue le sue opere, dove la dimensione relazionale resta il punto di vista da cui ragionare sul mondo e sulle cose. Non siamo dunque nel più classico territorio del western all’italiana, ma siamo di fronte a un’opera in cui la dimensione storica (su tutti la ricostruzione della vita nella Maremma grossetana a fine Ottocento e il passaggio di Buffalo Bill in Italia) si regge su un lavoro di ricerca e documentazione solido, e funge da impalcatura per la messa in scena di un affresco narrativo che non perde di vista l’epica del genere, tra lunghe cavalcate e scontri tra butteri (i cowboy nostrani), banditi e carabinieri.
Grazie poi a una scrittura dal fraseggiare leggero e lineare, centrata sul piacere di narrare e mai ombelicale o vanesia, Pasquini riscrive e attualizza un genere il cui fascino iconografico non è mai tramontato, e ciclicamente ritorna per farsi portavoce di storie locali ma universali. In libreria dal 26 gennaio 2024.
Salvatore Cherchi
Img copertina libro: Selvaggio Ovest, Daniele Pasquini, NN Editore, 2024