Da quasi 20 anni la formazione italo-francese Grimoon propone la sua personalissima ricerca visiva e sonora volta all’esplorazione del mondo contemporaneo. Infatti, ogni disco del gruppo è sempre stato accompagnato da cortometraggi realizzati dalla band, opere che esplorano l’universo sonoro della band, allargandone i confini.
Venerdì 17 novembre i Grimoon arrivano al Circo Arci Progresso per presentare “Clair Obscure”, l’ultimo concept album uscito per La Tempesta Dischi, che racconta il dramma contemporaneo della migrazione attraverso gli occhi di un bambino. Ne parliamo con i due leader Solenn Le Marchand e Alberto Stevanato.
Sono passati sette anni dal vostro ultimo album “Vers La lune”. Cosa è successo nel frattempo?
Solenn: Tante cose direi… diventare genitori e una pandemia hanno un po’ rallentato il nostro lavoro, che era già lento prima visto che ogni nostro disco esce accompagnato da un film realizzato principalmente in animazione stop motion!
Un disco per noi è il risultato di una ricerca molto accurata, sia nei contenuti (ormai dagli ultimi tre dischi possiamo parlare di concept album) che nella forma. Nel caso di “Clair Obscur”, abbiamo fatto diverse ricerche per realizzare il film e ci abbiamo impiegato molto tempo: il tema richiedeva riflessione per raccontarlo con delicatezza.
“Clair Obscur” è un album dedicato alle storie e al dramma della migrazione. Perché avete deciso di affrontare questo tema? Pensate che ancora la musica possa aiutare a formare una coscienza a riguardo?
Solenn: il tema della migrazione si è imposto nel momento in cui abbiamo sentito un cortocircuito molto forte: noi con un neonato in braccio, qui, nel benessere, e la foto di quel bambino di tre anni, Alan Kurdi, morto su quella spiaggia in Turchia. C’era qualcosa che non andava! Questa fotografia ci turbava. Abbiamo pensato di dover provare a dire la nostra a riguardo, usando il linguaggio che meglio conosciamo: musica e immagini.
Io credo che nulla sia di troppo quando si tratta di provare a cambiare le cose, risvegliare coscienze. Tutti dovremmo sempre ricordare quante vite si sono fermate nel nostro mare, e quanti tra loro erano bambini, Il nostro è un piccolissimo contributo, con la nostra musica e il nostro film, per tentare di sensibilizzare ma anche per non dimenticare.
In questo periodo, anche il film che accompagna il nostro disco “Il viaggio di Alan” sta partecipando a diversi festival cinematografici per diffondere quanto più la nostra voce (Selezionato al New York International Immigration Film Festival, Miglior animazione al Matera International Film Festival, Miglior film sui diritti umani al Madonie Film Festival Regione Sicilia, Miglior film sociale al Navy International Film Festival, Menzione d’onore al Rohip International Film Festival nella categoria sensibilizzazione sociale).
Da sempre vi occupate di animazione per i vostri video fantastici. Solitamente è la musica che ispira le immagini o viceversa?
Solenn: ormai direi che è un tutt’uno e a ispirarci, sia visivamente che musicalmente, è la ricerca tematica che intraprendiamo. Identificato il tema, ci lasciamo ispirare e contaminare. Si tratta di un lavoro molto lento, che richiede ricerca e dedizione, in particolare per la parte video. Scrivere le sceneggiature, costruire la trama, i personaggi, gli ambienti, coinvolgere amici (per esempio per il “Viaggio di Alan”, un capitolo è stato affidato all’artista Elisa Bonandin che ha animato il video di “I Wish” in animazione 2D), illuminare i set e animare… va via molto tempo. La musica cammina più o meno di pari passo, infatti la produzione di questo ultimo dischi si è dilatata nel tempo, proprio perché la trama del film si delineava man mano. Per questo lavoro, più che nei precedenti, abbiamo preso il tempo…
Com’è stato lavorare con La Tempesta Dischi, considerata una delle etichette indipendenti italiane più importanti?
Alberto: È la prima volta che lavoriamo con una etichetta diversa da Macaco Records, label nella quale eravamo direttamente coinvolti. Eravamo abituati a “gestire tutto in casa”… Con questo disco, avendo necessità diverse, abbiamo sentito forte il bisogno di affidarci ad altri. Da anni siamo legati a Tempesta per una forte amicizia di vecchia data, da quando incidemmo, assieme ai Tre Allegri Ragazzi Morti la canzone “La Compagnie des chats noirs” e facemmo anche assieme diversi concerti. Poi, nel tempo, non sono mancate le collaborazioni per concerti, convegni ecc..
Quando ho mandato il disco a Enrico (Molteni), mi disse subito che era un bel disco. Abbiamo preso la palla al balzo proponendogli di supportarne l’uscita e la distribuzione. La Tempesta non è solo una grande etichetta ma è soprattutto una label con un grande cuore, che guarda anche i contenuti artistici, sociali e politici che ci sono all’interno di un’opera. Un disco come quello dei Grimoon grida e combatte a modo suo contro una grande ingiustizia, proprio come lo fanno altri artisti dell’etichetta (Giorgio Canali, Pierpaolo Capovilla, i TARM stessi, solo per fare alcuni nomi).
Cosa vedremo venerdì sul palco del Progresso?
Alberto: per questo live, abbiamo rinnovato la band. Oltre a Solenn e io (che abbiamo fondato il gruppo), ci accompagnano Niccolò Romanin alla batteria, Marco Centasso al basso e Davide Truffo alla chitarra. I primi due arrivano dal jazz ma con un’attitudine decisamente rock mentre Davide ha influenze più orientate verso new wave, psichedelica e rock. Il nostro sound parte da sferragliate di chitarra acustica che si intrecciano con il Moog di Solenn, accompagnate da due voci che cantano principalmente in inglese, francese. Poi, la band crea un sound potente in bilico tra il rock, la psichedelia e un folk amaro e sbilenco. Ma non è solo un concerto, il nostro live è anche un film. Mentre suoniamo proiettiamo il nostro ultimo lavoro cinematografico “Il Viaggio di Alan”; un mediometraggio creato principalmente in animazione stop motion.
Quindi non solo un concerto ma uno spettacolo intenso, emozionante, artistico.
Circolo Arci Progresso, Firenze
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