C’è un cielo stellato nel cuore della Maremma. Il luogo ideale per osservare l’universo e fare scoperte scientifiche eclatanti si trova a Montauto, non lontano da Manciano. Ai primi di ottobre la scoperta di una nova nella galassia di Andromeda ha avuto un ampio risalto a livello internazionale. La costruzione di un impianto eolico minaccia però questa realtà unica in Italia.
A Manciano sono in corso da alcuni mesi valutazioni e autorizzazioni ambientali per realizzare otto pale eoliche da 200 metri per la produzione di 48 MW. Le luci artificiali dell’impianto Wind finirebbero per oscurare (o meglio, illuminare troppo) il cielo maremmano.
L’astrofisico Gianluca Masi lancia una petizione per salvare Montauto in Maremma
A guidare la protesta sono stati subito i sindaci della Maremma a cominciare dal primo cittadino di Manciano Mirco Morini che ha definito il progetto senza mezzi termini “una mostruosità inaccettabile”. Al loro fianco si è schierato l’astrofisico Gianluca Masi, fondatore e direttore scientifico di quel Virtual Telescope Project che ha il suo quartier generale a Montauto.
“Il successo di queste ricerche non dipende solo dalla raffinatezza degli strumenti scientifici utilizzati e dalla perizia dello staff scientifico. Determinante, infatti, è la qualità del cielo del luogo, Manciano, Maremma grossetana, il più puro, buio e stellato della penisola. L’assenza di inquinamento luminoso permette alle tecnologie impiegate di catturare anche i corpi celesti più elusivi, che da altri luoghi del Paese non sarebbero affatto visibili, a parità di strumenti. Ciò garantisce osservazioni e misurazioni particolarmente preziose e significative per la scienza. Un cielo, quello di Manciano, oggi protagonista di un’iniziativa di sensibilizzazione per la sua messa in sicurezza proprio sotto il profilo dell’inquinamento luminoso, per preservare l’ultima oasi davvero stellata dello Stivale, facilmente accessibile” sottolinea l’astrofisico.
Proprio Masi ha lanciato un paio di mesi fa una petizione su Change.org che nel giro di alcune settimane ha raccolto oltre 3500 firme per chiedere al governo di non autorizzare l’impianto eolico. Masi invita invece a mettere in sicurezza “un bene e un valore ambientali preziosissimi”. “Ben venga la realizzazione di impianti che convertano in energia la radiazione solare o la forza del vento, da me sempre sostenuti: essi ci aiuteranno a ridurre notevolmente i gas serra, ma credo che nel caso che qui ho descritto sia stato prodotto un assoluto paradosso, per via della scelta del luogo: non se ne poteva scegliere uno peggiore, dal punto di vista dell’impatto ambientale” chiosa.
In Italia, sottolinea l’astrofisico, non c’è una legge nazionale in tema di contaminazione luminosa. Quindi le regioni agiscono in ordine sparso e non sempre nel modo migliore per arginare il fenomeno. Purtroppo l’Italia è maglia nera a livello mondiale, insieme alla Corea del Sud per inquinamento luminoso. La tecnologia potrebbe dare una mano ad esempio per ridurre il flusso luminoso e consentire un maggiore risparmio energetico. Insomma ben venga la transizione ecologica e l’utilizzo di fonti rinnovabili e alternative come l’eolico ma con una gestione più attenta degli sprechi energetici (e luminosi) il ricorso a questi impianti sarebbe meno necessaria. Senza dimenticare che “perdere il patrimonio del cielo significa rinunciare a una profondità culturale e scientifica e umana straordinaria”conclude Masi.
foto: crediti Pexels/Pixabay