Inaugura oggi presso gli spazi del MAD Murate Art District la mostra Drawing Everyday. Diario visivo di Stefano Chiassai, a cura di Valentina Gensini, visitabile fino al 12 novembre 2023.
Chi di noi non ha mai tenuto un diario? Ne esistono di molti tipi, il più diffuso è quello che raccoglie le nostre memorie in forma scritta e le consegna a chi, scoprendolo nascosto tra i nostri tesori più preziosi, lo troverà senza che noi lo abbiamo autorizzato. Stefano Chiassai decide di donare ai visitatori il suo punto di vista su quanto è accaduto tra il 2021 e il 2023 nel mondo, partendo da un retaggio collettivo e traducendo parole e immagini in disegni che lo aiutino a dare un senso alla nostra esistenza.
L’idea, dal disegno al tessuto
Chiassai, designer e stilista di professione, ha deciso di tradurre i propri disegni in tessuti che ricoprono oggetti, manichini e sedie. Alcune opere vengono presentate anche su carta e, all’origine di ogni tessuto presente, vi sono piccoli disegni che l’artista ha iniziato a realizzare durante il lockdown, esclusivamente a pennarello, senza ripensamenti su quanto veniva a manifestarsi sul supporto. I disegni narrano la necessità di uguaglianza, solidarietà, riscatto da momenti difficili che abbiamo vissuto, ma che adesso, afferma l’artista, fatichiamo a ricordare.
I temi della mostra
La mostra affronta il tema del lockdown, della perdita e della guerra, avvenimenti tragici che sono stati soppiantati da altre notizie, ugualmente negative e catastrofiche. Chiassai non vuole perdere questa memoria, il suo obiettivo in queste sale è mantenere vivo, a distanza di tempo, quanto abbiamo vissuto collettivamente, quanto è stato motivo di preoccupazione. E poi le festività, l’estate, la primavera viste da una finestra, rappresentate in un miscuglio di immagine e parola, dove questa è a sua volta segno e simbolo: rappresenta un avvenimento e se stessa con la font tipica delle notizie dei quotidiani. L’obiettivo è far emergere un’emozione. Per questo i colori utilizzati nelle opere sono accesi, brillanti, al di là di ogni sfumatura, catturano immediatamente lo sguardo tramite forti contrasti, linee spezzate, contorni marcati. Incredibile è la chiarezza espositiva presente in questa prima parte che riguarda tutti noi: che si tratti di un lutto, della primavera che arriva, dei bombardamenti in Ucraina, ognuno, nel presente, conosce la storia che Chiassai racconta.
Una sala dedicata alla guerra in Ucraina
La sala del semiottagono è definita da Gensini uno spazio “speciale”, unico nella città di Firenze: uno dei pochi luoghi in cui è presente un lucernario. Artista e curatrice hanno deciso di allestire qui la serie più problematica: la sala tratta con un polittico di arazzi il tema della guerra, narra quanto accade da marzo 2022 in Ucraina. L’orrore per le stragi e le ingiustizie ai danni dell’umanità perpetrate dalla Russia si sposano sia con il luogo, il carcere vero e proprio, sia con l’horror vacui adottato dall’artista nei suoi arazzi: che si tratti della pace che esplode come una bomba, o di Putin mostro deforme, bombardato da una pioggia di civili e missili di cuori, nessuno spazio della superficie è lasciato privo di segno. A fare da contraltare a questo mattatoio, gli oggetti di design e gli abiti sui manichini, realizzati con simboli positivi e di speranza: cuori, piante, occhi, cravatte che danzano su tappeti, abiti e sedie insieme alle parole peace, love, gaze, freedom.
Il richiamo della tradizione Pop
La tradizione irrompe e richiama il gusto Pop degli anni ’80, soprattutto Keith Haring con i suoi disegni che non lasciano spazio sul foglio, dotati di colori sgargianti, forme semplici e contorni ben definiti. Parte della simbologia riguarda la storia personale dell’autore. I cuori con le cravatte sono uno dei simboli più importanti per Chiassai che racconta di come la cravatta fosse uno degli oggetti che più lo legano al ricordo del padre: il vestito della domenica doveva essere perfetto in ogni sua forma, la cravatta doveva avere il nodo “scappino” e le due estremità dovevano combaciare perfettamente. Questo è il criterio dell’equilibrio e dell’eleganza. E gli occhi? Sono anch’essi un simbolo positivo, di una paura esorcizzata, l’elaborazione di un ricordo negativo.
Non è una via di fuga quella mostrata da Chiassai, ma un invito a rimanere saldi con i piedi a terra ricordandoci delle proprie radici, del mondo da cui proveniamo e che continua a evolversi nel bene e nel male, e a guardare anche in alto, per elevarci al di sopra delle situazioni negative che ci circondano trovando in simboli comuni e ricordi personali il modo di poter trasformare anche ciò che ci fa più paura in una risorsa positiva.
Ulteriori informazioni:
Drawing Everyday. Diario visivo di Stefano Chiassai
A cura di Valentina Gensini
21 settembre – 12 novembre 2023
MAD Murate Art District
Piazza Delle Murate, Firenze
055 247 6873
Apertura al pubblico: dal martedì al sabato dalle 14:30 alle 19:30
www.murateartdistrict.it