voci del cambiamento

Cucilandia e il Club di Cucito Anarchico

By Michele Baldini

February 09, 2023

A Gavinana esiste da una ventina d’anni un negozio di macchine da cucire, tessuti e filati che vende anche il saper fare, cioè cucire a macchina. Nato da un’idea importata direttamente dagli USA, il negozio si chiama Cucilandia e il motto è Entra, siedi… e cuci!

Il sito è puntualmente aggiornato e sui social gode di una buona visibilità, anche se collocato geograficamente fuori dai radar del consueto circuito turistico fiorentino.

“Abbiamo fatto e continuiamo a fare tantissimi corsi di cucito a macchina e non, sempre frequentati con entusiasmo e partecipazione” ci dice una delle titolari, Silvia del Vecchia. E perché iscriversi a un corso da voi? “Spesso anche chi esce da una scuola per stilisti o comunque professionale, non è a suo agio con le macchine da cucire non industriali e viene da noi per imparare”.

Ma non solo: “Molte persone si sono comprate una macchina da cucire durante il lockdown e molte di loro avevano abbandonato l’idea di usarle solo perché non avevano le competenze di base. Così abbiamo fatto tornare loro la passione e in più è anche un modo per socializzare, oppure per dare nuovi stimoli creativi e strumenti a chi – soprattutto chi ha perso il lavoro – vuole mettersi in gioco con le proprie creazioni”.

Ma quindi chi sono i clienti e i frequentatori di corsi?

“Principalmente donne, di tutte le età, ma ci sono anche diversi maschi, dipende molto dal tipo di corso, anche bambini e famiglie”. E da chi sono tenuti i corsi? “Da noi e dalle nostre collaboratrici, ognuna di esse propone il corso di cui si sente più esperta e noi lo apriamo”.

E il Club di Cucito Anarchico?

“È un corso a tutela della sostenibilità del riutilizzo e del riciclo, tema a cui siamo sensibili”, il corso prevede un costo di iscrizione (basso) e tutti i partecipanti possono mettersi all’opera per realizzare la propria creazione. Insomma un modo nuovo di fare impresa, dal basso, e sempre nell’ottica di generare competenze e quindi ricchezza indotta, anche questa è sharing economy.