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Alle origini della fotografia con Fotonomìa

di Irene Tempestini

La rapidità del semplice gesto con cui oggi ognuno di noi può produrre centinaia di immagini fotografiche al giorno ci fa quasi dimenticare che la fotografia è nata come un processo chimico che richiedeva specifiche competenze e tempi molto più dilatati, sia per la posa che per la stampa. A tal proposito, forse, non molti sanno che a Firenze opera dal 2014 Fotonomìa, associazione no profit il cui scopo principale è quello di mantenere vive le tecniche fotografiche antiche a livello storico, teorico e pratico. 

Questa piccola realtà è sorretta dalla passione per la storia della fotografia di Barbara Cattaneo, restauratrice di materiali fotografici presso l’Opificio delle Pietre Dure, e dei due soci attualmente più attivi, Giovanni Emiliani ed Eugenia Di Rocco. All’unisono, tengono a precisare che nel loro laboratorio ‹‹vengono riprodotti quei procedimenti adottati dai primi fotografi per “fissare” immagini dalla realtà›› e che dunque non si tratta di “alternative photography”, come spesso queste tecniche vengono sommariamente definite in rete. 

fotonomia

L’associazione, dunque, propone e organizza seminari, workshop e laboratori: a lezioni frontali con specialisti legati alla fotografia tout court seguono dimostrazioni pratiche. Collabora, inoltre, con diverse istituzioni e musei, tra cui il Kunstistorisches Institut e l’Università degli studi di Firenze – con training di riconoscimento delle tecniche fotografiche -, il Museo Galileo, Fondazione Alinari e Fondazione CR Firenze per le quali ha curato, anche con discreto successo, il laboratorio di cianotipia in occasione della mostra Fotografe a Villa Bardini. Tramite la Caritas ha, di recente, organizzato attività fotografiche di solidarietà con i bambini ucraini fuggiti dal conflitto.

Avete mai sentito l’odore del collodio? Se la riposta è no sappiate che il prossimo evento – in programma per il 26 febbraio 2023 – sarà un laboratorio sulla tecnica al collodio umido per l’iniziativa “Colazione al museo” presso il Museo Galileo. 

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