È cosa nota che agli scrittori, a un certo punto della carriera, scatta la voglia (il bisogno? l’ambizione?) di scrivere un “Grande Romanzo Familiare”. Minimo minimo quattrocento pagine, con esiti non sempre felicissimi.
Sorprende però che con il tema della famiglia si sia cimentato un esordiente – Michele Baldini, classe ’81, toscano di San Miniato, operatore culturale, musicista e già apprezzato redattore di Lungarno – che ha appena pubblicato Firenze Estate 21 con l’editore indie Scatole Parlanti. Andando dritto al sodo, a Baldini sono bastate un centinaio di pagine per dipingere le vicende di un’ordinaria e scombinata famiglia fiorentina. Quello di Baldini è un romanzo corale e breve, che arriva in punta di piedi e si muove in punta di penna. Colpisce – e a mio avviso è il principale pregio del libro – il tono di voce: il registro combina alla perfezione il tragicomico toscano con le nevrosi contemporanee, e le scene e i dialoghi sembrano usciti da un film di Monicelli o da una commedia di Alessandro Benvenuti, ma con uno spirito aggiornato, innestato sulla fragilità psicologica ed emotiva di personaggi iper-contemporanei.
Vediamola, questa famiglia allargata: Marco, disilluso, che si avvia verso l’alcolismo, elabora i traumi generazionali del G8 di Genova e fa i conti con l’insoddisfazione lavorativa ed esistenziale; è accompagnato da Vittoria, che tenta di mettere toppe alle proprie nevrosi; la sorella Lucia, costantemente al limite, sospesa tra la necessità di ordine e un delirio di cui non sa fare a meno; Luciano, nel commercio dei salumi, che pare un angelo paziente e concreto, ma chissà la verità; la piccola Matilde, già drogata di tv e di pretese; i coniugi Marta e Giorgio, indecisi tra la resa e l’apprensione, tra l’affetto per le figlie e la voglia di isolarsi in un orto.
Poi va detto che Baldini dà il meglio di sé con le comparse, con le macchiette che fanno capolino tra le pagine, come l’Innocenti, che al circolo sclera per un intervento alla prostata (“che si pòle rovinare un òmo a questa maniera?”), o il Fresco e Cianino, che bivaccano sconnessi in una piazza Santo Spirito presidiata dalle forze dell’ordine, delirando di politiche cittadine e sagre paesane. Incontri che scandiscono l’asincronia dei fatti narrati – 5 giorni estivi a Firenze e nei dintorni – una struttura che costringe all’analisi e invoglia alla rilettura, a farsi trascinare avanti indietro. È un bel vagare: come canta Thom Yorke, citato nelle prime pagine, perché dovrei rimanere qui? Diventerei pazzo, se non seguissi dove mi guidi.
La Città dei Lettori – incontri
9 Dicembre ore 18:30 presso l’Accademia Bartolomeo Cristofori (Via di Camaldoli 7/r, Firenze)
Michele Baldini presenta Firenze Estate 21 (Scatole Parlanti Edizioni)
Insieme all’autore dialogherà Daniele Pasquini