di Aura Fico
Tornano gli appuntamenti di Green Factory! Dopo una piccola pausa a giugno il Festival dedicato alla sostenibilità ambientale torna negli spazi del Giardino dell’Orticoltura per l’appuntamento estivo del 13 luglio dedicato al Riutilizzo. Per l’occasione tantissime attività e ospiti, tra cui la fondatrice di Genuino.Zero e Silvia Moroni @parlasostenibile a cui abbiamo fatto qualche domanda.
Il programma di Green Factory
Fulcro della giornata del 13 luglio è appunto il Riutilizzo. Si parte da attività come “Ripara”, il workshop organizzato da Lome su come riparare vecchi complementi d’arredo. Contemporaneamente si tiene “Il mondo magico dei terrarium” a cura di Dreaming Plants; due workshop sul riutilizzo e sulla creazione di nuovi oggetti partendo da materiali di scarto. Una super novità è quella dello Swap Party in collaborazione con la designer Daria Martelli. Allo Swap Party chi vuole può scambiarsi capi d’abbigliamento o oggetti per la casa, ciò che non viene usato verrà devoluto alla Croce Rossa. Per partecipare ai laboratori di Green Factory è obbligatoria la prenotazione sul sito.
Alle 19:30 le due ospiti, Chiara Brandi, fondatrice di Genuino.zero e Silvia Moroni @parlasostenibile, divulgatrice online sui temi della sostenibilità ambientale, dialogheranno sui temi dell’impatto ambientale e guideranno il pubblico verso una maggiore consapevolezza dell’impatto che la vita di tutti ha sul pianeta.
Dialoghi sulla sostenibilità
Chiara Brandi, fondatrice di Genuino.zero è ospite di Green Factory per l’appuntamento del 13 luglio. Le abbiamo fatto qualche domanda sul tema della sostenibilità e sul suo progetto di distribuzione alternativa.
Da cosa nasce l’esigenza di creare un progetto come Genuino.Zero?
Genuino.Zero è nato da un’esigenza molto banale e semplice, quando sono diventata mamma ed ho iniziato a pormi il problema di fare una spesa alimentare con prodotti di cui conoscessi veramente l’origine e di cui mi potessi veramente fidare. Non trovavo ai normali supermercati queste rassicurazioni, ma al tempo stesso non avevo il tempo di andare dai coltivatori diretti, nei mercati di filiera o direttamente nelle aziende agricole perché lavorando in ufficio, la mattina al mercato non potevo andare. Allora ho iniziato a pensare che se ci fosse stato il modo di fare una spesa online, con la consegna a casa e la garanzia di reali prodotti di filiera corta, potendo conoscere anche i singoli produttori, avrei risolto il mio problema. Ed ho iniziato a lavorare al progetto finché non lo abbiamo realizzato sul serio.
Cosa significa per te fare una spesa sostenibile?
Secondo me, anzitutto significa fare attenzione anche ai piccoli gesti perché nella somma delle piccole azioni, l’impatto che possiamo avere è enorme. Scegliere di non consumare prodotti che arrivano da lontano, ad esempio, prodotti fuori stagione che nascono in serre riscaldate, prodotti da produzioni o allevamenti intensivi. Attenzione agli imballi e scegliere di non comprare quando c’è più plastica che prodotto, anche se più comodo. Scegliere di sostenere l’economia locale di prossimità anziché le grandi industrie o le multinazionali. Sono scelte faticose a volte, spesso anche costose ma io credo che sia meglio risparmiare altrove e non in quello che usiamo per alimentare il nostro corpo, perché ne va della nostra salute e benessere, del nostro tessuto sociale ed economico, e del futuro che lasciamo ai nostri figli.
La seconda ospite dell’appuntamento del 13 luglio è Silvia Moroni, @parlasostenibile. Su Instagram Silvia conduce una campagna di sensibilizzazione e divulgazione sui temi della sostenibilità. “L’idea è iniziata un annetto e mezzo fa quando grazie, ma anche per colpa, del Covid ho dovuto cambiare lavoro. Finalmente sono riuscita a mettere in piedi qualcosa che era veramente mio, passando cose che per me sono molto importanti come i miei valori, la sostenibilità e il rispetto per il Pianeta. La sostenibilità alimentare era ciò che mi interessava di più e dove sono più formata. Ho iniziato a diffondere più informazioni per raccontare la sostenibilità e i comportamenti consapevoli da tutti i punti di vista.”
Grazie alla divulgazione sui social si possono raggiungere persone di tutte le età, pensi che sia un buon mezzo di comunicazione per innescare il cambiamento nelle nuove generazioni?
Può essere un ottimo strumento ma mi sono accorta che dobbiamo andare alla radice della situazione passando dall’istruzione, dalle scuole elementari, medie e superiori. Perché per quanto se ne dica, mi trovo ad andare nelle scuole e i ragazzi più giovani sono completamente all’oscuro di tantissime cose. Non c’è ancora, purtroppo, un’attenzione all’educazione ambientale anche se in alcune scuole si trovano programmi ottimi.