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Coltano: la base, il parco, la storia

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Coltano, frazione del comune di Pisa, si trova all’interno del Parco Nazionale di Massaciuccoli-Migliarino-San Rossore. Come ogni parco ha dei vincoli, sia paesaggistici che urbanistici, almeno sulla carta. In questo caso, come altre volte, detti vincoli subiscono deroghe, soprattutto quando di mezzo ci sono interessi che – almeno sulla carta – rivestono interesse nazionale e, più che mai, militare.

Il decreto Draghi

Nonostante il fatto che a pochi chilometri da lì ci sia una delle più estese basi europee USA, ossia Camp Darby, lo scorso 23 marzo, in Gazzetta Ufficiale, è uscito un decreto a firma del Presidente Draghi e del Ministro della Difesa Guerini in cui si destinavano fondi del PNRR alla costruzione di una base di quasi 73.000 mq destinata al servizio antiterrorismo dell’Arma dei Carabinieri. Su un’area così grande, a onor del vero, ci sono zone di grande interesse ambientale, ma anche zone in cui il degrado è stato più volte denunciato.

La levata di scudi si è avuta anche dal Sindaco di Pisa Conti (centrodestra). Conti, rimasto ufficialmente all’oscuro alle prime battute, ha espresso il suo dissenso e il rifiuto a cofinanziarne la realizzazione. Il Governatore Giani a fine aprile ha chiesto il rispetto per un servizio importante svolto dall’Arma e proposto al contempo al Governo di individuare una sistemazione più adeguata della base. Questo a quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate sulle principali testate regionali.

Nel frattempo, sono le associazioni e i comitati di cittadini i soggetti più attivi (WWF e LIPU tra gli altri, ma anche l’Ente Parco) e su change.org è attiva la raccolta firme che procede a ritmo spedito e dal cui testo emerge che “la trasformazione in base militare di una riserva naturale […] va contro la missione Green e non ha nulla a che vedere con la vocazione di resilienza ora prontamente sacrificata a esigenze militari”. Tant’è che ad oggi (metà maggio) il destino del progetto resta incerto. Eppure. Eppure, come spesso accade, le cattive intenzioni tradiscono un bisogno reale, cioè recuperare un territorio destinato all’abbandono e all’oblio.

La storia

In questa parte piuttosto remota di campagna costiera del pisano fu installato nel 1903 un centro radiotelegrafico da cui nientemeno che Guglielmo Marconi inviò un segnale radio che fece illuminare la statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro (correva l’anno 1931 e fece la gloria del regime fascista per la sensazionalità).

Sulla rivista “L’elettrotecnica” del febbraio 1922 i comandanti della regia marina Pession e Poladris su Coltano scrivevano: “[…] La stazione R.T. di Coltano, della quale si cominciò a costruire il fabbricato nel 1905 e che fu completata e messa in funzione dalla Marina Italiana, solo nel 1911 all’epoca della guerra libica, ha risentito di tutti i dubbi ed incertezze che dovevano necessariamente accompagnare gli studi diretti a risolvere il grande problema delle comunicazioni R.T. a grandissima distanza”.

Venti anni dopo Coltano riuscirà a comunicare senza fili con in nord America con un impianto di enormi dimensioni impensabile nell’euforia di inizio XX secolo. Il centro, fino al 1940, venne regolarmente impiegato per comunicazioni con tutto il mondo. La Stazione Radio e le quattro antenne di 250 metri di altezza furono minate dai tedeschi in ritirata e fatte saltare in aria il 14 giugno 1944. Nel 1952 furono costruiti a Coltano un centro di produzione della Rai, oggi chiuso, e due trasmettitori in onde medie. Di questi, oggi ne resta in funzione uno, il più potente in Italia, che trasmette Rai Radio 1. Durante la festa dell’Unità di Riglione (Pisa), nel 1998, fu distribuito un tesserino con la rappresentazione grafica della stazione radio e questa scritta: “Adottiamo Marconi. Salviamo la stazione radio (1904) di Coltano-Pisa”.

All’inizio del 2018, dopo che la proprietà della Palazzina Marconi è stata data in concessione di due anni dal demanio al Comune di Pisa, sono iniziati alcuni lavori di recupero che hanno riguardato solo gli esterni in prossimità del rudere. C’è da chiedersi se, come, quando e dove vedremo realizzarsi un progetto che sia rispettoso dell’ambiente, della tradizione e delle necessità.

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