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Questioni di caccia

caccia

Illustrazione: Ariella Abolaffio

Quattro chiacchiere tra favorevoli e contrari

Cominciamo con due date chiave.

6/12/21: il Comitato Sì Aboliamo la Caccia dirama sulla pagina Facebook il comunicato con cui la Cassazione valuta il quesito referendario in oggetto, non ammissibile alla fase di votazione referendaria. […] Avendo riscontrate varie irregolarità, sono state attestate nulle oltre 130.000 firme cartacee e oltre 47.000 firme in modalità digitale, per un totale di oltre 177.000 firme”.

31/01/22: giorno conclusivo della stagione venatoria in tutta la Toscana. Se in risposta alla proposta (e alla sua bocciatura) le Associazioni Venatorie Nazionali hanno dichiarato di voler mantenere un atteggiamento “dialogante, è altrettanto difficile capire su quali basi il dialogo possa realmente funzionare, date le implicazioni etiche, sociali ed economiche che la faccenda porta con sé. Per dare almeno difendibilità alle diverse posizioni, abbiamo coinvolto due voci importanti dell’uno e dell’altro “schieramento”, mettendone a confronto le risposte alle stesse domande. L’argomento è sterminato e lo spazio limitato, l’invito è ad approfondire altrove, noi comunque ci proviamo. Tony Curcio è presidente del Comitato e dell’Associazione Vegani. Daniele Sestini è cacciatore, laureato in Paleoantropologia (proprio con una specifica qualifica in Storia della Caccia nel Neolitico) e Selecontrollore per la Regione Toscana, cioè dotato di apposita qualifica per la caccia di selezione con carabina di precisione.

Il Referendum:

T.C.: “L’esito ha messo in evidenza alcuni limiti organizzativi che non ci hanno fatto perdere né la speranza né la consapevolezza di operare dalla parte giusta. Alcuni comuni non hanno fatto niente per velocizzare la raccolta, anche per scelta politica. Faremo tesoro degli sbagli con l’impegno a costituire un’APS che da qui al 2024 riuscirà a presentare di nuovo il referendum”.

D.S.: “È l’ennesima dimostrazione di una realtà costruita sull’onda dell’emotività, come molte altre nate e morte nel giro di poco tempo. Condivido alcuni presupposti ma occorre più conoscenza pratica del fenomeno”.

Chi sono gli attivisti e i cacciatori oggi?

T.C.: “Abbiamo la voce di tantissime associazioni animaliste e ambientaliste su tutto il territorio italiano. Alcuni sono attivisti storici, molti sono però anche i giovani, prova di una coscienza collettiva che sta cambiando”.

D.S.: “La caccia ha avuto e avrà sempre un aspetto sociale che non è possibile trascurare. Così come non è possibile comprendere, magari per un giovane che vive in una città, l’importanza che per una comunità periferica (anche di una qualsiasi frazione di campagna in Toscana) ha il gruppo di caccia, con le proprie tradizioni. Non metto in dubbio che alcune di queste tradizioni debbano cambiare, certo sarà dura per i colleghi over 60”.

Tema sensibile, l’abbattimento degli ungulati in Toscana:

T.C.: “Dal 2016 al 2019 gli abbattimenti di cinghiali sono andati sempre aumentando, con la scusa dell’eccessivo popolamento. In realtà il risultato è stato opposto all’obiettivo. Il branco tende ad adattarsi e ad avvicinarsi ai centri abitati, dove trovano più cibo e meno proiettili; le piccole scrofe, uccisa la madre, tendono a riprodursi di più e più velocemente. In più l’ibridazione con le specie alloctone ha aumentato la fertilità e la taglia”.

D.S.: “Se è vero che il fenomeno dell’ibridazione ha favorito il sovrannumero e l’aumento di peso degli animali, è pur vero che esistono sostanziali differenze tra chi caccia in battuta, con eminenti rischi di eradicazione della specie (se non di ferimento o omicidio di cani ed esseri umani), e chi caccia di selezione, che sa benissimo quali e quanti capi cacciare”.

I padroni del bosco

T.C.: “È un atteggiamento comune, purtroppo, che è a tutto svantaggio di chi invece può utilizzare il bosco per fare altro col rischio di rimanere colpito. Ma non solo, bossoli in plastica e presenza di piombo sono causa di inquinamento e di problemi di salute”.

D.C.: “Siamo semplicemente gli “uomini sul campo” della regione Toscana, che di noi ha bisogno per un attento monitoraggio sulla fauna e sullo stato del territorio. È con i nostri dati che i tecnici lavorano”.

La carne

T.C.: “In quanto vegano lascio libera coscienza a chiunque, ma chi ama gli animali non ne dovrebbe mangiare”.

D.S.: “Ho scelto di cacciare per prendermi una precisa responsabilità, cioè non delegare a nessuno il compito di uccidere l’animale che mangerò”.

Le proposte:

T.C.: “Lasciare che la natura faccia il suo corso, senza l’intervento dell’uomo. Ecco che tutto riprenderà il giusto equilibrio”.

D.S.: Togliere la domenica dalle giornate venatorie (so di non stare simpatico a molti colleghi per questo)”.

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