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PALATI FINI|POLPO E PATATE

palati fini

Ah, gli Europei, i maxi schermi, le magliette dei calciatori comprate in gita, notti magiche e i ghiaccioli limone menta e fragola. 

L’avete appesa la bandiera alla finestra? Ah, non l’avete più tolta da quando cantavate sul balcone. O forse siamo già a “mamma butta la pasta” e l’avete messa in cantina contro ogni prognostico. Folle in calcistico delirio si chiedono in questi giorni chi mai sostituirà il Polpo Paul, cefalopode che ha tenuto col fiato sospeso milioni di tifosi indovinando i risultati delle partite condotte dalla Germania (e non solo) in occasione dei mondiali di calcio 2010 in Sud Africa. 

Paul, che viveva nell’ acquario pubblico presso il Centro di Vita Marina di Oberhausen in Germania, era mantenuto a digiuno per diverso tempo affinché, posto davanti a due cozze inserite in due scatole identificate con bandiere diverse, scegliesse rapidamente di quale mollusco cibarsi per primo, indicando quindi la nazione che avrebbe vinto la partita. 

Alla premonizione della sconfitta della Germania da parte della Spagna, i tedeschi, incolpandolo di patrio tradimento, inondarono il web con ricette a base di polpo, mentre gli iberici avviarono trattative per adottarlo, vicini a sostituire il simbolo nazionale. 

Si sprecano offerte da tutto il mondo per adottarlo e, ai dinieghi sull’espatrio, gli vengono dedicate statue, cittadinanze onorarie, film, strade, un po’ come si faceva con l’Arcuri ai suoi tempi d’oro. 

Dall’isola d’Elba chiedono ne venga riconosciuta l’italica cittadinanza fino ad allora creduta britannica (ah, lo ius soli) perché si ritiene pescato nelle acque dell’isola, tanto che, morto di cause naturali, a meno di 24h dalla scomparsa, il comune di Campo dell’Elba gli intitola un sentiero panoramico. Insomma quella che si dice una vita ricca di avventure, che non saremmo a raccontare se qualcuno l’avesse stordito in un’insalata di patate. 

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