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Racconti fiorentini con la scusa di un libro | Fino alla fine del tempo

Fino alla fine del tempo

Racconti fiorentini con la scusa di un libro

di Carlo Benedetti

In un tentativo crudele di convincerci che l’educazione non fosse solo stare in classe, i genitori e un professore illuminato organizzarono una visita notturna ad Arcetri.

La 3C era una classe tranquilla, piena di ragazzini ormonali come me. Caterina, invece, leggeva libri presi in biblioteca e non si imbarazzava a parlare con gli adulti per strada: apparteneva alla categoria delle idee perfette e irraggiungibili. Quando mi guardava, sorridevo, mi sudavano le mani e avevo voglia di vomitare da quanto mi piaceva.

Nel giardino dell’osservatorio, fra i modellini della Terra e Marte, mi prese la mano:

– Sono in scala sai?

– Certo, lo sapevo.

Non sapevo niente: sentivo il caldo della mano che mi stringeva e non respiravo per paura si staccasse.

– E lo sai che le molecole di cui siamo fatti io e te sono nate dalle stelle?

– Certo.

Il suo braccio premette contro il mio e sotto la maglietta sentivo la pelle d’oca.

– E che senza il sole non ci sarebbe nulla sulla terra?

– Sì.

Mi guardò perplessa. Poi si fermò, eravamo gli ultimi della fila. Si mise le mani sui fianchi e mi dette un bacio su una guancia. Fra Marte e Giove. Proprio dove orbita la fascia principale degli asteroidi.

– E che anche se ci tocchiamo fra le nostre mani c’è comunque un sacco di spazio vuoto lo sai?

– Certo, lo sanno tutti.

Appoggiò le labbra sulle mie.

Io feci un passo indietro, tutto iniziò a girare, mi voltai appena in tempo e vomitai.

Con grande stile, non mi parlò mai più.

Brian Greene, Fino alla fine del tempo. Mente, materia e ricerca di significato in un universo in evoluzione, Einaudi, 2020 – 29€

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