di Aura Fico
Oggi, in occasione della riapertura del museo, la Sala degli Avori appare al pubblico completamente rinnovata. Il progetto di riallestimento, curato dall’ufficio tecnico dei Musei del Bargello insieme allo studio Guicciardini e Magni Architetti, prevede il ripensamento del percorso espositivo, le modalità di conservazione e l’inserzione di alcuni capolavori, come un crocifisso barocco che torna a farsi vedere dopo quasi un secolo.
“Il riallestimento della Sala degli Avori, oggi riaperta al pubblico, è il primo di una serie di progetti programmati al Museo Nazionale del Bargello per la messa in sicurezza, valorizzazione e nuova fruizione delle magnifiche collezioni di arti decorative, conservate al Palazzo del Podestà, e ancora troppo poco conosciute dal grande pubblico – dichiara Paola D’Agostino, Direttore dei Musei del Bargello.
Nel 2015 la Fondazione il Bargello Onlus ha finanziato uno studio di fattibilità della Sala degli Avori, nel giugno 2018 è stato poi mandato in gara il progetto esecutivo di riallestimento della Sala degli Avori, della Cappella e della Sagrestia del Bargello. Fino a pochi mesi fa le opere erano custodite dentro vetrine risalenti agli anni ‘80 del ‘900, con il progetto di allestimento sono state interamente sostituite con strutture che permettono il controllo del microclima interno.
Oltre a questo, la sala è stata sottoposta a operazioni di restauro degli apparati pittorici e decorativi, con nuove illuminazioni che concentrano l’attenzione sulle opere. La Sala degli Avori si trova al primo piano del Museo del Bargello, le opere contenute in essa coprono un arco temporale di 15 secoli, dagli etruschi al 1800.
Appena si entra nella Sala la delicatezza dei manufatti la fa da protagonista: piccoli o grandi tesori, di cui si evidenzia il candido splendore, catturano lo sguardo per portarci in epoche lontane. Persone di tutte le età, coppie di giovani, famiglie, appassionati d’arte, godono di questa visita così speciale, dopo un anno di pandemia.
Tornare nei luoghi di cultura riempie il cuore e lo spirito della città di Firenze che vive d’arte dal suo primo giorno, con la speranza di poter tornare a viverla a pieno vi invito, intanto, a visitare questo luogo fermo nel tempo.