Se domandate a un fiorentino a caso quale sia l’associazione visiva fra Firenze e una bandiera impugnata, forse il 98% vi risponderebbe citando Gabriel Omar Batistuta, che soleva esultare stringendo l’asta che si pone agli angoli del campo. Niente di più miope. Il combattente crociato Pazzino de’ Pazzi issò quasi mille anni fa la bandiera cristiana a Gerusalemme, dando vita alla più importante manifestazione pubblica di Firenze.
Presto detto il perché: il Pazzi ricevette tre schegge del Santo Sepolcro, le portò a Firenze e la sua fortunatissima (?) famiglia pensò bene di rendere, con queste tre pietre, il Sacro Fuoco di Gerusalemme a tutti i cittadini. Da qui nacque questa splendida tradizione di portare un cassettone del cinquecento(perché il Carro è quello) in Piazza Duomo a Pasqua, trainato da due bovi, caricarlo di mortaretti e vedere se una un razzo a forma di colomba riesca ad andare e tornare dal sagrato al bussolotto in questione.
In pratica a Pasqua la città di Firenze diventa come Salvador de Bahia: si mescolano religione e tradizione, paganesimo e cristianità. Il Carro dorme un anno nel suo deposito in Porta a Prato, dentro un edificio dalle porte enormi, calibrate per essere tipo le porte di casa di Piero Fassino, e si sveglia in quel giorno.
La tradizione di questa esplosione del nostro “Litte Boy” in Piazza Duomo determina per i fiorentini tutti i fasti dell’anno. Tifiamo per la Colombina, Firenze ne ha bisogno di fortuna.