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Amazon e l’artigianato fiorentino, sogni infranti e prospettive digitali

Evento del 5 ottobre 2015 Presentazione della sezione Made in Italy del portale Amazon a Palazzo Vecchio.

Evento del 5 ottobre 2015 Presentazione della sezione Made in Italy del portale Amazon a Palazzo Vecchio. Foto: OMA

Un fatturato di 125 miliardi di dollari, e critiche politiche proporzionate al successo. Lo scorso marzo il primo sciopero dei dipendenti italiani di Amazon ha acceso i riflettori anche sui lavoratori della sede logistica di Calenzano. Eppure non è lontano il tempo in cui avvicinare l’azienda a Firenze pareva un’opportunità ghiotta. Tanto che nel 2015 in Palazzo Vecchio fu presentato il progetto Made in Italyuna sezione del sito in cui valorizzare le eccellenze di artigianato artistico. 

Firenze fu la prima città a sposare l’idea, con il Comune supportato da associazioni di categoria, da ARTEX e da OMA (Osservatorio Mestieri d’Arte). Il progetto prevedeva che gli artigiani vendessero i propri prodotti su Amazon in un’area specifica del marketplace, con una garanzia di qualità. Un centinaio di artigiani aderì con entusiasmo. Attrezzati in fretta, allestirono i set fotografici per l’e-commerce, investendo tempo e risorse. Uno sforzo notevole, tenuto conto che pochi erano pronti ad affrontare la sfida dell’online. 

Grandi speranze, ma risultati pochi, tanto che il progetto, dopo appena due anni, è stato abbandonato. Sulla piattaforma esiste ancora la sezione dedicata all’artigianato fiorentino, ma solo perché Amazon non si è dato la pena di chiuderla.

“L’esperienza è stata immediatamente ben accolta e tante sono state le aziende che si sono interessate a proporre i loro prodotti su Amazon. Tuttavia le aspettative di molti operatori del settore sono state disattese. Non era e non è tuttora realistico valorizzare produzioni di nicchia e di alta qualità a prezzi medio-alti in un sito che vende prodotti di ogni tipo a un target generalista”, ha spiegato Maria Pilar Lebole, responsabile di OMA.“Però è stata un’occasione di stimolo, ha aiutato gli artigiani a ripensare la propria presenza online, a sviluppare competenze digitali e a identificare la potenziale clientela. Oggi ci sono siti specialisticicome artemest.com, portale di riferimento per produzioni di handmade di design e artigianato”

Tornando offline, per far fronte alla difficoltà del settore, OMA e ARTEX hanno da poco lanciato anche ManodOpera: iniziativa pensata in epoca Covid per stimolare gli artigiani locali a progettare opere d’uso comune. Di qualità, ma da vendere a prezzi contenuti alla clientela locale.

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