di Giulia Focardi
In attesa che lo spettacolo dal vivo possa ripartire, cerchiamo di andare oltre, rispetto al silenzio assordante da parte delle istituzioni, raccontando le realtà virtuose che animano Firenze e non solo e che, nonostante tutto, hanno ricominciato a programmare anche per il 2021, con la speranza che tutto possa tornare a una normalità quasi dimenticata.
La protagonista della nostra rubrica di marzo è l’associazione Music Pool, da anni vero e proprio punto di riferimento in tutta la Toscana nell’organizzazione di eventi musicali legati in particolar modo al settore del jazz.
Abbiamo raggiunto il presidente, Gianni Pini, per chiedergli come è nata l’associazione che dirige: “la Toscana è una regione da sempre molto attiva dal punto di vista musicale e, come in gran parte d’Italia, i nuovi soggetti di musica jazz si raccoglievano intorno all’Arci. Era la metà degli anni ‘80: mettendo insieme Firenze (in cui operava il CAM Andrea del Sarto), Pisa, di cui ricordiamo la fantastica stagione del Festival Internazionale ed il lavoro del CRIM) e Siena Jazz (che allora muoveva i primi passi) nacque l’idea di “fare qualcosa tutti insieme”. Il nome iniziale, Toscana Jazz Pool, preludeva a un ambizioso progetto di produzione originale: 10 giovani musicisti toscani, per una stagione, lavoravano con uno dei big internazionali per prove arrangiamenti e tour. Tra i nomi coinvolti John Taylor, Kenny Wheeler, David Murray, Dave Holland. Insieme riuscimmo a ottenere – per la prima volta – un contributo dalla Regione”.
Dal 1990 all’attività di Music Pool si è aggiunto anche il Grey Cat Festival maremmano, diretto da Stefano Cocco Cantini; abbiamo chiesto a Pini quali segnali ci sono per questo anno nuovo.
“Difficile a oggi capire come ce la caveremo nel 2021: non conosciamo ancora le modalità di apertura degli spazi. Speriamo di poter contare sugli artisti internazionali e su capienze più favorevole. Nel 2020 è stata veramente dura ma possiamo dire di avercela fatta egregiamente”.