di Andrea Bertelli
Il Mezcal è un distillato antico, ottenuto dalla distillazione del mosto fermentato di Agave, nota anche come “pianta magica” usata fin dai tempi dei Maya. Ha una denominazione di origine e per potersi chiamare Mezcal deve esser prodotto in una di queste sette regioni del Messico: Guerrero, Guanajuato, San Luis Potosi, Zacatecas, Durango, Tamaulipas, anche se la zona principale, che vanta quasi il 60% della produzione, è la regione di Oaxaca, a sud dello Stato.
Il nome Mezcal prende ispirazione dall’idioma indio “METL”, dato all’agave per evidenziare la fertilità di questa pianta, i popoli di queste zone la utilizzavano come fonte di acqua, zucchero, fibre per confezionare utensili, cibo per animali e persino combustibile.
La caratteristica principale del Mezcal è senza dubbio quella di sprigionare aromi e profumi floreali, fruttati e speziati, dal sapore rustico, ricco e avvolgente, in netto contrasto con la topografia delle regioni di provenienza, tutt’altro che fertili.
I terreni, prevalentemente poveri e montuosi, negli anni, hanno ostacolato il proliferare delle coltivazioni intensive e una produzione massiva, aiutando così a salvaguardare la qualità della materia prima, e ancorando l’intero ciclo produttivo a processi di lavorazione artigianali.
In patria questo distillato è consumato liscio o accompagnato con una fettina d’arancia, limone o lime e con un pizzico di polvere di peperoncino, o di sal de gusano (sale di verme essiccato, parassita dell’agave), ed è così che ve lo consiglio, per apprezzarlo a pieno, ma la storia non finisce qui e nel prossimo numero parleremo della produzione.