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“Le Ragazze di San Frediano” alla scoperta di Firenze

Le Ragazze di San Frediano

di Daniel C. Meyer

“Le Ragazze di San Frediano” sono tornate: oggi non si chiamano più Tosca, Gina, Mafalda e Silvana, come le fiorentinissime protagoniste dell’omonimo romanzo di Vasco Pratolini, ma Giulia e Vittoria, classe ‘90, e fanno le guide turistiche, accompagnando i turisti (ma anche i fiorentini!) alla scoperta dei segreti e delle bellezze della nostra città.

Tutto ha inizio quando le due, amicissime di lunga data, decidono di dare una svolta alla loro vita; laureate una in Diritto (Giulia) e una in Lettere (Vittoria), nel 2018 si trovano di fronte al classico bivio: continuare senza troppo entusiasmo per la strada più sicura, oppure buttarsi nel vuoto e scegliere il cuore?Fortunatamente, alla luce del loro successo, scelgono (ma “un po’ per caso”, ammettono), la seconda opzione, decidendo di diventare guide turistiche: la passione c’è, la voglia di studiare e di mettersi alla prova è tanta, e quindi tutto diventa facile e naturale.

Una volta ottenuto il “pezzo di carta”, creano – come dicono loro – “qualcosa di nuovo, e di nostro”: libere di dare spazio alla fantasia e totalmente indipendenti, hanno così trovato la loro “voce interiore”. Punto di partenza l’amato Oltrarno, e prime “vittime” amici, parenti e la cerchia dei conoscenti, che piano piano – ma neanche tanto – sono rimasti coinvolti dalla passione e dalla creatività di Giulia e Vittoria. Presto la voce corre, e diventano sempre più conosciute e ricercate.

Giulia e Vittoria, le “Ragazze di San Frediano

Questo ultimo annus horribilis le ha rallentate, ma non scoraggiate: con tanta inventiva e con un pizzico di pazienza, sfruttando con successo anche i social network, hanno trovato nuove idee e non si sono fermate. Il lockdown è quindi diventato così fonte di ispirazione di percorsi ispirati al Decameron, vero e proprio antesignano letterario dell’isolamento forzato, e poi, con il parziale allentamento delle restrizioni, hanno saputo assecondare la voglia dei fiorentini, e non, di tornare a vivere e ad apprezzare la bellezza.

Ogni piccolo luogo, ogni dettaglio, diventa quindi l’appiglio per una storia: le ragazze, da aede della bellezza di Firenze, come moderne cantastorie tramandano oralmente la tradizione e costruiscono la narrazione assieme al loro pubblico, vero e proprio “coro” come nel teatro greco; una narrazione collettiva e partecipata, che unisce arte, letteratura, cinema e vita di tutti giorni, “tante storie che diventano un’unica storia”, alla portata di tutti (su richiesta anche in inglese, francese e tedesco). 

I loro itinerari già dicono tutto: “L’Oltrarno”, “Passeggiata nella Firenze medievale”, “Firenze e il suo fiume”, “Le statue ci parlano”, “Tra processi e condanne” (primo itinerario dedicato alla storia giuridica), e poi un itinerario tutto dedicato a Dante, in preparazione. Una riscoperta della meraviglia, del tempo e della calma: lo scopo è quello di entrare in sintonia con l’opera d’arte e l’ambiente che la circonda. Perché il bello è più vicino a noi di quanto non sembri… ma alle volte serve qualcuno per ricordarcelo.

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