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Racconti fiorentini con la scusa di un libro | Dune di Frank Herbert

dune

– Io sono il Kwisatz Haderach.

Per un attimo ci voltammo tutti.

– Io sono qui e in molti luoghi, esisto su molteplici piani.

Fuori un lampo illuminò per un attimo la vetrina e accese le pozzanghere che consumavano il lastricato in pietra trasformandolo in palude.

– Solo io sono colui che accorcia la strada!

Mario sospirò. Si asciugò le mani e piantò il coltello sul legno del bancone.

– Va bene stradino. Ma qui o prendi una schiacciata o fuori all’acqua.

Ci fu un attimo di silenzio.

– Si può avere mortadella e piccante?

Via de Neri era piena di mortadelle e prosciutti: il Kwisatz Haderach lo diceva sempre. La mortadella era la vera Spezia, permetteva di accedere ad un altro piano di coscienza. Lo diceva a tutti quelli che gli capitavano a tiro. Lo diceva anche agli americani in un inglese sorprendentemente buono. Alle signore impellicciate che finivano in Via de Neri per sbaglio.

Diceva: la mortadella è superiore al prosciutto, più vicina ad aprirci i cunicoli del tempo. Ma attenzione: a cosa servono i pistacchi? Non sono forse chaumas? Veleno in forma di cibo? Non stanno forse lì a ricordarci che per accedere alla conoscenza dobbiamo superare la Prova? Io sono il Kwisatz Haderach, ma non posso salvarvi tutti. Fate attenzione!

Camminava su e giù lungo le file di turisti in attesa di ungersi la bocca e quando diventavano troppo lunghe, fino a riempire i marciapiedi e la strada, iniziava ad urlare:

– Folli! Il chaumas è mortale!

Poi si tirava su la tunica e mostrava a tutti il pene del Kwisatz Haderach. Giusto un attimo che, più a lungo, sarebbe stato pericoloso fissarlo.

Frank Herbert, Dune, Fanucci 2019 – 20,00€

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