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Dalla trattoria Ada al raddoppio di Melloo passando per Outletin.it

C’è chi prova a sfidare la crisi

Nuove aperture, ma soprattutto nuovi investimenti a Firenze: la crisi non ferma progetti e iniziative commerciali, anzi per molti è un’opportunità da sfruttare. A Campo di Marte per uno storico esercizio che chiude, il bar via Mazzini (ex Innocenti), uno che riapre. Poco più avanti sul viale ha cominciato il servizio dopo la Befana la trattoria Ada. Un ristorante storico risalente al 1921, chiuso molti anni fa e che riparte nel segno della tradizione con una cucina toscana fatta di pochi, semplici piatti proposti al meglio. L’insegna vintage del locale è già diventata cult. 

Sempre a Campo di Marte ma dall’altra parte della ferrovia sbarca Melloo in viale dei Mille 62r. È la pizzeria a tema musicale che a giugno 2020 ha lanciato “Vinylcoin”: in pratica paghi il burger in vinili. È la seconda apertura in città, il primo punto vendita è stato in via Gordigiani 4r, e punta a coprire con le consegne a domicilio le zone di Firenze sud. Il titolare Massimo Mauceri ha investito sul delivery in questo periodo di crisi e ha visto che ci sono i margini per lavorare dignitosamente. La dimostrazione che nonostante la crisi ci sono delle opportunità da sfruttare e delle nuove fasce di mercato da conquistare. 

È un esempio di sharing economy Outletin.it, negozio dove si possono vendere i propri capi d’abbigliamento firmati che magari non si usano più. Ci si presenta a negozio, si ha una stima dell’oggetto griffato e a quel punto si possono ottenere dei contanti o scegliere dei buoni da spendere in un secondo tempo. Gli abiti vengono invece rivenduti. L’idea è venuta a un giovane imprenditore Gaetano Campolo. Due i punti vendita a Firenze: in piazza Mentana e in Borgo Pinti e questo fa ben sperare per il successo dell’iniziativa. Per un giovane imprenditore che muove i primi passi, un altro che è ormai noto a livello nazionale ma non siede certo sugli allori: Tommaso Mazzanti ha aperto un nuovo punto vendita dell’Antico Vinaio ai Gigli. Uno sbarco che era nell’aria già da tempo e solo in parte rallentato tra crisi e lockdown. 

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