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Cosa non vedremo, quel che non sarà sul palco

di Tommaso Chimenti

Come in un brutto deja vù siamo ancora qui a nominare gli stessi hashtag, #quarantena e #lockdown, a ripiombare nell’incubo della chiusura. Stavolta Conte e soci non lo chiamano lockdown ma in definitiva che cos’è? Ristoranti e bar, teatri e cinema serrati e non poter uscire dal proprio comune. 

Quanta bellezza ci siamo persi? Quanta ne stiamo perdendo e quanta ne perderemo ancora, non è dato saperlo. E ricominciare, stavolta, sarà ancora più duro della volta precedente, quando eravamo ingenui e neofiti. Ora, più scafati e soprattutto disillusi che “Andrà tutto bene” erano solo parole dei soliti ottimisti che buttano fumo e fango per non guardare in faccia la realtà. 

E allora facciamo il gioco del non, del non andrò, del non vedrò, del non assisterò, del non applaudirò

E la vita, quella quotidiana e quella di spettatore, peggiora innegabilmente.

A oggi, mentre scriviamo, il DPCM ci dice che fino al 3 dicembre le condizioni saranno queste; unica soluzione (che poi una soluzione non è): uscire il meno possibile. 

Se qualcosa riaprirà saranno i negozi per far strisciare le carte per i regali di Natale: a proposito, chi ne avrà voglia di Re Magi e pacchetti, di abeti e di canzoncine ebeti? Al Teatro di Rifredi perderemo Lorenzo Baglioni con “Chiacchiere e canzoni” come, crediamo, “I promessi Sposi” (che doveva essere dal 10 al 13) dell’accoppiata Masella-Savelli. Al Teatro Puccini non vedremo Drusilla né Roberto Latini, né Alessandro Benvenuti né Ascanio Celestini. Al Teatro della Pergola sono saltati i Dubliners.

Una strage esistenziale, una tragedia culturale, economica di tutto un comparto, di una Nazione, del nostro Continente, del Primo Mondo soprattutto. Un azzeramento dal quale rialzarsi sarà veramente complicato. Una perdita colossale, gigantesca anche per chi non è mai entrato in un teatro, anche per chi non ha intenzione di entrarvi. Il 2020 annus orribilis, un anno perduto che ha falcidiato, distrutto, cancellato. Il vaccino del 2021 non ristabilirà le cose, non farà giustizia, non ci farà tornare alla situazione precedente. 

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