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LA TARTE TATIN

“10 decisioni danno forma alla tua vita e tu sarai cosciente di circa 5 di queste”, cantano gli Strokes in I’ll Try Anything Once (Heart In a Cage, 2006)

Tra le cinque scelte involontarie che hanno cambiato la vita delle sorelle Caroline e Stephanie Tatin, di quelle che fai per fretta e/o congiunzioni astrali, spicca una disattenzione imperdonabile: quella dell’aver infornato una crostata di mele dimenticandosi della crostata! Ma le sorelle non si fecero perdere d’animo e, in una domenica mattina di fine ‘800 nel ristorante dell’Hotel du Pin d’Or a Lamotte-Beuvron, nel cuore della Francia, tirarono fuori la soluzione più geniale e veloce che potessero escogitare. 

Come si fa con tutti gli errori clamorosi, quando irrecuperabili, ci ritroviamo a stendere un velo pietoso o a cercare di capovolgere il nostro punto di vista sulla situazione. Fu la summa di questi approcci che permise alle sorelle Tatin di entrare nella storia della cucina internazionale con un dolce francese che porta ancora il loro nome: la Tarte Tatin. Sulle mele tagliate a fette, che la dimenticanza aveva caramellato di burro e zucchero, stesero uno strato – impietoso quanto frettoloso – di pasta briseé. 

Tutti si innamorarono di questo dolce cotto a testa in giù, servito con il fondo all’insù, spesso con una carezza di panna che sembra avallarne l’errore, che rende umano il divino di cui si compone la pasticceria. 

E chissà quanti, infilando la forchetta nella torta calda, su un tavolo chissà dove, avranno capito che l’ultima soluzione per far funzionare le cose che sembrano perdute, risiede nel tentativo di ribaltarle del tutto

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