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L’essenziale

non essenziale

Non è essenziale il Macbeth come non è essenziale la Traviata e la musica di Giuseppe Verdi. Non sono essenziali i Queen, i Led Zeppelin, Vasco Rossi. Che le cover band in genere non fossero essenziali ne avevamo già qualche sospetto. Non è essenziale Forrest Gump, Shining e, incredibile, nemmeno l’ennesimo film sui supereroi, come non lo sarebbe un documentario sulle Cure.

Non sono essenziali i libri e i nuovi autori. Non lo sono le band locali, le giovani compagnie teatrali e le rassegne cinematografiche. Per intenderci, concerti, presentazioni, spettacoli: non essenziali.
Non sono essenziali gli operatori della cultura e non siamo essenziali noi, che queste cose cerchiamo di raccontarvele. I corsi di musica, educazione fisica, le recite di fine anno sono solo tempo rubato alla matematica. Il tabacco a dire il vero non sarebbe necessario, ma i tabaccai evidentemente sì. Solo il cibo, l’acqua e l’aria possiamo dire con certezza essere per noi assolutamente essenziali. La loro qualità, però, no. Che abbracciarsi con entusiasmo non fosse essenziale, ormai l’avevamo capito. La cena al ristorante, che ve lo dico a fare, non è proprio essenziale, smettano quindi i partner smaniosi di pretendere svago e un pizzico di romanticismo. Sono entrambe cose non essenziali. Ve lo spiego io: la cenetta romantica la fai a casina tua. Ti impegni e compri una bella bottiglia di vino entro e tassativamente non oltre le 18 (e se esci tardi da lavoro – che, lo ricordiamo, lo straordinario non pagato spesso è essenziale – avevi ad organizzarti meglio) e se proprio non sai mettere neanche una padella sui fornelli chiami un servizio a domicilio. Per la cronaca, il delivery è essenziale, i rider sembra proprio di no. Non è essenziale la piscina e la palestra, puoi fartele a casa, dicono, magari allestendo un tappetino nella camera degli ospiti o riem- piendo la vasca da bagno olimpionica. Perché le bollette da pagare sono tutta roba estremamente essenziale.

«Ecco il mio segreto – disse la volpe – è molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi». «L’essenziale è invisibile agli occhi», ripeté il Piccolo Principe.
Che, dispiace dirlo, ma non essendo essenziale dice solo bischerate.

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